Santo
Agabio Vescovo di Novara in Piemonte ( 447)
Le fonti documentarie, tra cui i dittici eburnei
della Cattedrale e della Basilica di san Gaudenzio, concordano nell’indicare
Agabio quale secondo vescovo di Novara, dopo Gaudenzio, nella prima metà del IV
secolo. Secondo la tradizione, che venne fissata in un racconto agiografico del
XII – XIII secolo, Agabio, fedele discepolo del primo vescovo, venne da lui
stesso designato a guida della diocesi novarese e diede onorevole sepoltura al
suo maestro nella basilica extramuraria esistente fino alla metà del XVI
secolo. La figura di Agabio viene presentata come quella del pastore sapiente
che, dedicandosi alla preghiera e al digiuno, riesce ad essere coraggiosa guida
del gregge lui affidato, fino alla morte che i calendari da sempre collocano al
10 settembre. La sua sepoltura, situata lungo la strada per Milano, venne
monumentalizzata con la costruzione di una chiesa lui dedicata, mentre le sue
reliquie già dall’890 furono dal vescovo Cadulto traslate nella Cattedrale di
Santa Maria, dove ancora riposano in un altare marmoreo. L’annuncio missionario
dell’evangelizzazione, che la tradizione attribuisce all’operato di Gaudenzio,
iniziò succesivamente a tradursi in evidenze materiali, come luoghi di culto e
battisteri, la cui edificazione potrebbe coincidere con gli anni di episcopato
di Agabio, edifici che sono il segno più evidente della cristianizzazione del
vasto territorio diocesano.
San Tommaso nativo della Moriana(in francese
Maurienne) nel dipartimento francese della Savoia.
Abate del monastero di Farfa nel
territorio di Spoleto (715)
Secondo la tradizione gli apparve in sogno la Madre di Dio che lo invitò a cercare in Sabina nei pressi del monte Acuziano , una chiesa in suo onore ormai abbandonata: l'avrebbe riconosciuta perché circondata da tre alti cipressi. Praticamente rifondò l'Abbazia di Farfa in abbandono da tempo, e la resse come abate per 35 anni, durante i quali l'Abbazia si riprese e divenne ancor più grande e famosa di quanto lo fosse stato in precedenza. Fondò anche il il monastero di San Vincenzo al Volturno
iste est quem tibi promiseram locus"
"Questo è il luogo che ti avevo promesso" Parole rivolte dalla Madonna a S. Tommaso di Moriana, restauratore di Farfa, per indicargli il luogo dove erano le rovine dell'Abbazia distrutta, ricostruita poi dal santo: è il luogo dell'attuale monastero
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