Santo Nicomede presbitero a Roma martire sotto Domiziano verso il 95
Fu
scoperto mentre seppelliva il corpo della martire Felicola e arrestato da un
certo Flacco, giacché non volle sacrificare agli dei, fu sottoposto ad una
crudele flagellazione, durante la quale morì; il suo corpo fu gettato nel
Tevere; un suo chierico di nome Giusto lo recuperò e lo seppellì in un
orticello lungo la via Nomentana.
L’autore della ‘passio’ non accenna al giorno della morte ma dal contesto si può desumere che fu al tempo dell’imperatore Domiziano (51-96), studi e recensioni successive ipotizzano il 15 settembre; mentre altra ‘passio’ del secolo VII pone la sua morte al 1° giugno sotto Massimiano (240-310).
Comunque sia, l’esistenza e il culto di questo martire Nicomede sono attestati da documenti degni di fede, mentre le notizie biografiche sono incerte; del resto egli è citato in almeno otto 'Martirologi' storici, in quello ‘Romano’ è rimasta la sua festa al 15 settembre.
Già nel secolo VII, si sa che i pellegrini veneravano, sulla via Nomentana, il sepolcro del martire, sul quale il papa Bonifacio V (619-625) aveva fatta erigere una basilica, restaurata poi da Adriano I (†795).
L’autore della ‘passio’ non accenna al giorno della morte ma dal contesto si può desumere che fu al tempo dell’imperatore Domiziano (51-96), studi e recensioni successive ipotizzano il 15 settembre; mentre altra ‘passio’ del secolo VII pone la sua morte al 1° giugno sotto Massimiano (240-310).
Comunque sia, l’esistenza e il culto di questo martire Nicomede sono attestati da documenti degni di fede, mentre le notizie biografiche sono incerte; del resto egli è citato in almeno otto 'Martirologi' storici, in quello ‘Romano’ è rimasta la sua festa al 15 settembre.
Già nel secolo VII, si sa che i pellegrini veneravano, sulla via Nomentana, il sepolcro del martire, sul quale il papa Bonifacio V (619-625) aveva fatta erigere una basilica, restaurata poi da Adriano I (†795).
Santo
Mamiliano vescovo di Palermo in Sicilia
esiliato in Toscana dai Vandali ariani (verso il 460)
Mamiliano
( o Massimiliano) di nazionalità incerta, molto
probabilmente palermitano, visse nel secolo V ( dal 440 al 480); la
cronotassi dei Vescovi di Palermo vuole che sia stato l'8° ( 455-
479 ).Durante la persecuzione Vandalica (verso l'anno 450 ) in
seguito ad una persecuzione religiosa per opera degli Ariani ( o di
qualche vescovo ariano ) fu mandato in esilio in Africa, forse a
Cartagine.Di là riscattato, o dalla pietà dei fedeli o da qualche
vescovo africano ( S. Paolino da Nola ? ), si ritirò in Sardegna e
poi in una delle Isole dell'Arcipelago Toscano, ove visse una vita
eremitica e dove pare abbia fondato parecchi monasteri, anche per
monache eremite tra le quali si ricordano Ninfa e forse anche Oliva
probabilmente palermitano, visse nel secolo V ( dal 440 al 480); la
cronotassi dei Vescovi di Palermo vuole che sia stato l'8° ( 455-
479 ).Durante la persecuzione Vandalica (verso l'anno 450 ) in
seguito ad una persecuzione religiosa per opera degli Ariani ( o di
qualche vescovo ariano ) fu mandato in esilio in Africa, forse a
Cartagine.Di là riscattato, o dalla pietà dei fedeli o da qualche
vescovo africano ( S. Paolino da Nola ? ), si ritirò in Sardegna e
poi in una delle Isole dell'Arcipelago Toscano, ove visse una vita
eremitica e dove pare abbia fondato parecchi monasteri, anche per
monache eremite tra le quali si ricordano Ninfa e forse anche Oliva
Morì
nell'Isola di Monte Giove ( detta poi Montecristo ),in un famoso
Monastero o Abbazia. Ebbe parecchi Compagni di esilio che vissero con
Lui la vita eremitica, tra cui la tradizione ricorda: Senzio,
presbitero, Eustochio, Procolo, Golbodeo, a cui nella schiavitù
africana si aggiunsero: Lustro, Vindemio, Teodosio, Aurelio, Rustico,
detti tutti Monaci
Monastero o Abbazia. Ebbe parecchi Compagni di esilio che vissero con
Lui la vita eremitica, tra cui la tradizione ricorda: Senzio,
presbitero, Eustochio, Procolo, Golbodeo, a cui nella schiavitù
africana si aggiunsero: Lustro, Vindemio, Teodosio, Aurelio, Rustico,
detti tutti Monaci
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