Santo
Eusebio confessore della fede a Roma versus et contra l’eresia ariana sotto
l’imperatore Costanzo (verso il 357)
Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91373
il s. Eusebio di cui
parliamo era un prete di Roma al tempo dell’imperatore Costanzo II (318-361)
figlio di Costantino il Grande, che dopo la morte dei fratelli Costante e
Costantino II, rimase unico imperatore nel 353.
Eusebio per aver rimproverato al papa Liberio (352-366) la sua debolezza di fronte all’arianesimo di Costanzo II, che fu l’iniziatore in quel periodo del cosiddetto “cesaropapismo”, ossia l’ingerenza del potere civile negli affari ecclesiastici, fu rinchiuso per ordine dell’imperatore, in una piccola stanza.
L’arianesimo fu l’eresia di Ario (320) secondo cui il Verbo, incarnato in Gesù non è della stessa sostanza del Padre, ma rappresenta la prima delle sue creature; condannata dai Concili di Alessandria (321) e di Nicea (325) venne combattuta da s. Atanasio, il quale venne difeso da papa Liberio nei confronti di Costanzo II.
Eusebio soffrì in questa piccola stanza per sette mesi, dove morì alla fine, il 14 agosto del 353 ca.; il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Callisto dai presbiteri Gregorio ed Orosio, i quali misero sulla tomba anche l’iscrizione “Eusebio homini Dei”, in seguito alcuni storici biografi lo riportano come ‘martire’.
Egli è ricordato nel ‘Martirologio Geronimiano’ al 14 agosto come santo, a cui è intitolato il “titulus” omonimo, cioè l’antica chiesa sull’Esquilino; questa chiesa esisteva già nel IV secolo, come l’attesta un graffito del lettore Olimpo, ritrovato in un cimitero romano.
La chiesa viene nominata o ricordata in varie citazioni dei secoli successivi, sancendo un culto antico ma affermato di s. Eusebio prete, il cui nome poi entrò nei Martirologi storici e anche nel celebre Calendario Marmoreo di Napoli.
Eusebio per aver rimproverato al papa Liberio (352-366) la sua debolezza di fronte all’arianesimo di Costanzo II, che fu l’iniziatore in quel periodo del cosiddetto “cesaropapismo”, ossia l’ingerenza del potere civile negli affari ecclesiastici, fu rinchiuso per ordine dell’imperatore, in una piccola stanza.
L’arianesimo fu l’eresia di Ario (320) secondo cui il Verbo, incarnato in Gesù non è della stessa sostanza del Padre, ma rappresenta la prima delle sue creature; condannata dai Concili di Alessandria (321) e di Nicea (325) venne combattuta da s. Atanasio, il quale venne difeso da papa Liberio nei confronti di Costanzo II.
Eusebio soffrì in questa piccola stanza per sette mesi, dove morì alla fine, il 14 agosto del 353 ca.; il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Callisto dai presbiteri Gregorio ed Orosio, i quali misero sulla tomba anche l’iscrizione “Eusebio homini Dei”, in seguito alcuni storici biografi lo riportano come ‘martire’.
Egli è ricordato nel ‘Martirologio Geronimiano’ al 14 agosto come santo, a cui è intitolato il “titulus” omonimo, cioè l’antica chiesa sull’Esquilino; questa chiesa esisteva già nel IV secolo, come l’attesta un graffito del lettore Olimpo, ritrovato in un cimitero romano.
La chiesa viene nominata o ricordata in varie citazioni dei secoli successivi, sancendo un culto antico ma affermato di s. Eusebio prete, il cui nome poi entrò nei Martirologi storici e anche nel celebre Calendario Marmoreo di Napoli.
Santo Orosio prete spagnolo martire a
Roma nel 357 ucciso immediatamente dopo Santo Eusebio per averlo seppellito
cristianamente nel cimitero di
Callisto
Tratto da
http://www.enrosadira.it/santi/o/orosio.htm
Orosio, prete, Paolino, prete, Vincenzo, santi , loro reliquie sono
visibili, unitamente a quelle di Eusebio, nell’altare maggiore della chiesa di
S. Eusebio. La cassa di marmo, posta nel pavimento dietro l’altare maggiore,
che conservava i resti di Eusebio, Orosio e Paolino andò dispersa a causa delle
grandi trasformazioni subite dalla chiesa. Il Piazza indica il prete spagnolo
Orosio morto con Eusebio e ricorda la sua festa il 14 di agosto. Paolino prete
è menzionato solamente per essere stato sepolto unitamente agli altri due
martiri. Vincenzo, del quale l’Inventario del 1870 dice conservato il corpo
intero, si festeggiava il 22 gennaio, come il santo omonimo spagnolo. Questa
tradizione aveva origine dall’Ordinario Romano: Ut Vincentii Hispani ibi
celebritas fieret, ubi Vincentii Romani reliquiae quiescebant.
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