lunedì 27 agosto 2018

27 agosto santi italici ed italo greci


 
 Cappella di Santa Croce
 L'antica cattedrale di San Vincenzo martire in Bergamo, Bergamo, Bolis edizioni, 2015.

Santo Narno primo vescovo di Bergamo
Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/38000

Frate Branca da Gandino (sec. XIII) è il più antico scrittore che menzionò s. Narno; pose il santo come vescovo di Bergamo, dopo la persecuzione di Diocleziano.
Tenne la carica episcopale probabilmente verso la metà del secolo IV, secondo alcuni studiosi negli anni 334-345 e che fu s. Ambrogio a consacrarlo terzo vescovo di Bergamo.
È incerto il luogo della nascita, chi dice Castione, chi Ogna, chi Villa d’Ogna, ma si propende per Ogna (Bergamo); si ritiene che abbia fatto costruire la primitiva basilica alessandrina, della quale sarebbe stata promotrice santa Grata.
Morì nella sua sede di Bergamo, verso il 345 e sepolto a quattro metri di profondità dal coro, nella cripta dell’antica chiesa alessandrina, che era il ‘martyrium’ di s. Alessandro e insieme cattedrale e lì fu onorato di un altare e ogni anno venerato con solenni liturgie.
Nel 1561 si dovette abbattere, per ordine della Serenissima, l’antica basilica di S. Alessandro e le reliquie di s. Narno, insieme a quelle del successore s. Viatore e di altri santi, furono trasferite alla chiesa di S. Vincenzo, odierna cattedrale di S. Alessandro, dove tuttora sono venerate.
Durante questi lavori si trovò una lapide antica che indicava il luogo dove erano sepolti, sia s. Narno sia s. Viatore indicando, naturalmente in latino: “episcopus Narnus Christi Confessor” cioè s. Narno ha il titolo di ‘Confessore’ che anticamente comprendeva anche i martiri, si pensa che forse aveva subito maltrattamenti in gioventù, durante la persecuzione di Diocleziano.
Nei secoli successivi vi furono altre quattro ricognizioni delle reliquie; in un calendario del secolo XI e in uno del secolo XIII, di proprietà del monastero di S. Grata, la festa di s. Narno è posta al 27 agosto, data che poi è passata in altri ‘Cataloghi’ e anche nel ‘Martirologio Romano’.
Sulla figura del vescovo di Bergamo, esiste una vasta bibliografia, come pure una discreta antica iconografia.
Nella diocesi di Bergamo la sua memoria si celebra il 15 gennaio

Tratto da
http://www.bergamopost.it/vivabergamo/santi-che-da-citta-alta-vegliano-su-bergamo/

E di San Narno e San Viatore cosa sappiamo? Questi strani nomi non vi dicono nulla? Mai gettato l’occhio curioso nel passaggio della Curia di Bergamo, tra piazza Santa Maria Maggiore e Duomo, all’interno della bifora, o in Santa Maria Maggiore? Forse no, ormai sono talmente antichi da essere stati dimenticati. In ogni caso sono balzati agli onori della cronaca nel 1291, quando furono rinvenuti in cattedrale con Proiettizio, Esteria e Giovanni, tutti raccolti sotto una lapide che li proclamava martiri, uccisi durante la loro predicazione. Furono i primi vescovi di Bergamo, ma il loro culto, così come quello degli altri che conosceremo tra poco e considerati locali (Domno, Domneone, Eusebia), venne abbandonato quando negli anni Sessanta del secolo scorso venne riformato il calendario




Tratto da
https://wikivividly.com/lang-it/wiki/San_Narno

Il frate francescano Branca da Gandino, il più antico scrittore che menzionò il santo, in un Leggendario del XIII secolo, lo pose come vescovo di Bergamo, dopo la persecuzione di Diocleziano, ma non vi sono documenti che testimoniano quanto scritto dal francescano e che confermino la storia del santo[1].
Narno nacque probabilmente a Ogna[2], paesino in Val Seriana, (Bergamo) e secondo la leggenda sarebbe stato battezzato e ordinato vescovo da San Barnaba[3], il primo evangelizzatore di Bergamo. Si pensa che Narno abbia aiutato Santa Grata nella costruzione della primitiva Basilica di Sant'Alessandro.
Il Muzio nel suo Sacra Istoria di Bergamo, narra che il vescovo, compì un viaggio a Santiago di Compostela. Tornò stanco e vecchio, desideroso di nominare il suo successore; ricevette la visita del vescovo di Brescia, San Viatore, e a questi chiese di lasciare la diocesi bresciana e di prendersi in carico il suo gregge, accentando il Viatore divenne il secondo vescovo di Bergamo
[4]. Morì nella sua sede vescovile, verso il 345, e fu sepolto nella cripta dell'antica basilica alessandrina, che era la cattedrale.

Il giorno della festa del santo, era usanza bere l'acqua della fonte presente vicino alla chiesa, la cui credenza popolare attribuiva miracolosi poteri taumaturgici[5]

Culto

Nel 1561 la basilica fu abbattuta, durante la costruzione delle mura venete, le reliquie di San Narno, insieme a quelle del suo successore San Viatore e di altri santi, furono trasferite alla chiesa di San Vincenzo, che è l'odierna cattedrale di Sant'Alessandro, sotto l'altare maggiore, dove sono ancora venerate. La festa di San Narno ricorre il 27 agosto. Tra le sette pale del coro della cattedrale, vi è quella intitolata alla Consacrazione Episcopale del primo vescovo di Bergamo ad opera di Francesco Polazzo[6], che raffigura il santo mentre viene consacrato.

Note

1.       ^ Bruno Caccia, L'antica cattedrale di San Vincenzo martire in Bergamo, Bergamo, Bolis edizioni, 2015.
2.       ^ Muzio, p.6
3.       ^ Muzio, p.2
4.       ^ Muzio, p.13-16
5.       ^ p.270 Massimo Firpo, Vittore Soranzo vescovo ed eretico, Loterza, 2009.
6.       ^ Cattedrale di Bergamo, Cattedrale di Bergamo. URL consultato il 14 settembre 2016.



Santa Eutalia asceta a Lentini in Sicilia martire  assassinata dal fratello perché cristiana (altra memoria il 2 Marzo )

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http://ordovirginumsicily.blogspot.com/2012/01/le-sante-vergini-consacrate-del-mese-di_1486.html

La madre, Eutropia, era una nobile matrona, vedova, che viveva con i suoi due figli Serviliano ed Eutalia a Lentini. Testimone delle guarigioni miracolose di Tecla e Giustina, per intercessione dei  Santi Alfio, Cirino e Filadelfo, un giorno si recò al loro sepolcro, per implorare la guarigione. Eutropia infatti, era afflitta da perdite di sangue, come l'emorroissa del Vangelo. Inginocchiata in lacrime presso la tomba di questi martiri, elevò a Dio la richiesta di guarigione. Qui si addormentò e in sogno ebbe una celeste visione: vide i santi Alfio, Filadelfo e Cirino, in tutta la loro gloria, che le annunciavano la completa guarigione dalla malattia se avesse ricevuto il Battesimo. Destata dal sonno, raccontò il sogno alla figlia ed entrambe chiesero il Battesimo. La madre fu miracolosamente guarita ed Eutalia, prima fidanzata, decise di consacrarsi al Signore.
Alla morte di Tertullo, accanito persecutore dei cristiani, il figlio di Eutropia, Serviliano, sacerdote pagano del tempio di Cerere, cercò di strangolare la madre a causa della sua fede in Gesù Cristo. Eutalia, rimproverò il fratello per le sue intenzioni criminali ma questi stracciò le vesti della sorella, la percosse e la consegnò ad uno schiavo perché abusasse di lei. Mentre la ragazza si affidava alla protezione dei Santi Fratelli il servo le si avvicinò e cadde a terra accecato. Allora Serviliano  l'8 Settembre del 257 la uccise trapassandole la gola con un pugnale. Il corpo fu sepolto nella Cripta del Duomo di Lentini (arcidiocesi di Siracusa) insieme a quelli dei Santi Fratelli e dalle Sante Tecla e Giustina Commemorata il 27 agosto nella Chiesa Ortodossa e in quella Cattolica

Su tutti i Santi Martiri di Lentini in Sicilia leggere
http://www.centamore.it/TreSanti/I_Santi_Martiri.asp

Per la memoria del 2 Marzo


Santi martiri di Capua Rufo e Carpoforo
Tratto da
www.parrocchiasantalucia.net/27agos.doc

Il loro culto ha centro ed origine nella città di Capua, famosa un tempo per gli « ozi » dei ricchi romani, che avevano in questa meravi­gliosa località ville fastose per i loro raffinati riposi. Capua fu presto sede di una fiorente comunità cristiana, molto antica, che la tra­dizione fa risalire a San Pietro, il quale avrebbe predicato la « Buona novella » nella città degli « ozi » pagani, nel suo viaggio da Brindisi a Roma.


Rufo onorato a Capua, appare in compagnia di San Carpoforo, che meglio an­drebbe chiamato
Carponio. Rufo e Carpoforo furono  vittime della persecuzione di Dioclezia­no, che percosse duramente, tra il III e IV secolo, anche la fiorente Chiesa capuana.
La tradizione  dice Rufo diacono e Carponio medico di professione. Ma sulla loro passione la notte dei secoli ha steso la sua coltre di mistero, rotta qua e là da fantasiose e tardive notizie. Anche qui, il fatto innegabile resta la ldevozione per i due Martiri, nella cit­tà campana.
















Santo Giovanni vescovo di Pavia
Tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/67730

San Giovanni I è il ventisettesimo vescovo di Pavia. Nella cronotassi ufficiale viene eletto vescovo dopo un periodo in cui fu la diocesi fi amministrata dal benedettino Waldo di Reichenau e precede il vescovo Sebastiano.
Secondo la serie dei vescovi descritta dallo studioso E. Hoff, e secondo il catalogo di vescovi pavesi, scoperto “ex vetere libello” ed inserito in un registro del capitolo della cattedrale dal canonico A. Beretta, governò la diocesi per tredici anni dall’812 all’825.
Di questo vescovo conosciamo solo il nome.
Si presume che sia stato sepolto nella cattedrale di Santo Stefano, anche se in realtà la sua tomba non fu mai ritrovata.
Il martirologio romano fissa la sua festa nel giorno 27 agosto.

 





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