Santo Ciriaco diacono e martire a Roma con i suoi
compagni nel martirio Largo, Memmia, Crescenziano, Giuliana,
Smaragdo
Tratto dal quotidiano Avvenire
subì
il martirio a Roma, insieme ai compagni Largo, Memmia, Crescenziano, Giuliana,
Smaragdo. Durante una persecuzione (inizi IV secolo) Ciriaco, Largo e Smaragdo
furono messi in carcere, dove operarono miracoli: Ciriaco esorcizzò Artemia,
figlia dell’imperatore Diocleziano, che liberò i tre cristiani. Dopo la sua
abdicazione, l’imperatore Massimiano fece arrestare i tre compagni che vennero
decapitati. Il culto per Ciriaco si diffuse ben presto, come dimostrano le
chiese erette in suo onore a Roma, ma oggi quasi tutte scomparse. Nel Medioevo
le reliquie del santo, trasferite in Sassonia, ebbero un grande culto
tratto da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/65550
s.
Ciriaco martire a Roma, fa parte di un gruppo di sei martiri, che bisogna per
forza citare per aiutarci a distinguerlo da altri due Ciriaco, anch’essi
martiri a Roma. I suoi compagni sono Largo, Memmia, Crescenziano, Giuliana,
Smaragdo, tutti commemorati nello stesso giorno dell’8 agosto.
l’imperatore
Massimiano (250-310) decide di edificare a Roma le terme in onore del
coimperatore Diocleziano e utilizza per i suoi lavori anche i cristiani già in
prigione; questi sono aiutati dal ricco Tresone, tramite Ciriaco, Sisinnio,
Smaragdo e Largo, i primi due erano stati ordinati diaconi dal papa Marcello (†
309) e incaricati appunto di aiutare ed assistere i cristiani arrestati a
seguito della persecuzione in atto, ma il gruppo venne scoperto e condannato
con gli altri a lavorare alle terme.
Rinfocolata la persecuzione, Sisinnio viene incarcerato e poi martirizzato insieme al vecchio Saturnino il 29 novembre; Ciriaco, Largo e Smaragdo rimasti in carcere, vengono visitati da altri cristiani e operano anche miracoli, come Ciriaco che esorcizza Artemia, figlia di Diocleziano, posseduta dal demonio e poi la battezza.
Diocleziano (243-313) riconoscente lascia liberi i tre cristiani e dona loro anche una casa; la leggenda racconta ancora che i tre si recano in Persia, dove operano un analogo prodigio con Giovia, figlia del re Sapore († 272), poi ritornano a Roma, dove nella casa a loro donata istituiscono un fonte battesimale e in cui papa Marcello battezza i loro convertiti.
Dopo l’abdicazione di Diocleziano nel 305, l’altro imperatore Massimiano fa arrestare i tre cristiani, insieme a Crescenziano, il quale sottoposto a supplizi, muore per primo il 24 novembre e seppellito nel cimitero di Priscilla.
Mentre Ciriaco, Largo e Smaragdo, insieme ad altri cristiani tra i quali Memmia e Giuliana, di cui si conoscono i nomi, vengono condotti sulla via Salaria e lì decapitati il 16 marzo e sepolti sullo stesso posto.
L’8 agosto successivo papa Marcello trasferisce i loro corpi al VII miglio della via Ostiense. La loro casa assegnata in un primo tempo al prefetto Carpasio, viene trasformata in un bagno pubblico e in seguito chiusa e abbandonata.
Le date non coincidono, ma questo è frutto di quanto detto prima. Nel ‘Liber Pontificalis’ si riporta che papa Onorio (625-638) fece fabbricare una chiesa in onore del solo s. Ciriaco e così pure nelle biografie di papa Leone III e papa Benedetto III viene ricordata questa chiesa; i ruderi di questa antica basilica furono riscoperti nel 1915 sulla via Ostiense.
Il culto per s. Ciriaco a Roma durante il Medioevo, ebbe notevole diffusione, come attestano le varie chiese erette in suo onore quasi tutte scomparse; nell’817 ad opera di papa Pasquale I le reliquie del santo furono trasferite dalla chiesa sulla via Ostiense, nella chiesa di Santa Prassede e successivamente nella chiesa di S. Ciriaco di Neuhausen presso Worms, e in questa zona della Sassonia il santo ha avuto un grande culto e tutta una tradizione iconografica.
Rinfocolata la persecuzione, Sisinnio viene incarcerato e poi martirizzato insieme al vecchio Saturnino il 29 novembre; Ciriaco, Largo e Smaragdo rimasti in carcere, vengono visitati da altri cristiani e operano anche miracoli, come Ciriaco che esorcizza Artemia, figlia di Diocleziano, posseduta dal demonio e poi la battezza.
Diocleziano (243-313) riconoscente lascia liberi i tre cristiani e dona loro anche una casa; la leggenda racconta ancora che i tre si recano in Persia, dove operano un analogo prodigio con Giovia, figlia del re Sapore († 272), poi ritornano a Roma, dove nella casa a loro donata istituiscono un fonte battesimale e in cui papa Marcello battezza i loro convertiti.
Dopo l’abdicazione di Diocleziano nel 305, l’altro imperatore Massimiano fa arrestare i tre cristiani, insieme a Crescenziano, il quale sottoposto a supplizi, muore per primo il 24 novembre e seppellito nel cimitero di Priscilla.
Mentre Ciriaco, Largo e Smaragdo, insieme ad altri cristiani tra i quali Memmia e Giuliana, di cui si conoscono i nomi, vengono condotti sulla via Salaria e lì decapitati il 16 marzo e sepolti sullo stesso posto.
L’8 agosto successivo papa Marcello trasferisce i loro corpi al VII miglio della via Ostiense. La loro casa assegnata in un primo tempo al prefetto Carpasio, viene trasformata in un bagno pubblico e in seguito chiusa e abbandonata.
Le date non coincidono, ma questo è frutto di quanto detto prima. Nel ‘Liber Pontificalis’ si riporta che papa Onorio (625-638) fece fabbricare una chiesa in onore del solo s. Ciriaco e così pure nelle biografie di papa Leone III e papa Benedetto III viene ricordata questa chiesa; i ruderi di questa antica basilica furono riscoperti nel 1915 sulla via Ostiense.
Il culto per s. Ciriaco a Roma durante il Medioevo, ebbe notevole diffusione, come attestano le varie chiese erette in suo onore quasi tutte scomparse; nell’817 ad opera di papa Pasquale I le reliquie del santo furono trasferite dalla chiesa sulla via Ostiense, nella chiesa di Santa Prassede e successivamente nella chiesa di S. Ciriaco di Neuhausen presso Worms, e in questa zona della Sassonia il santo ha avuto un grande culto e tutta una tradizione iconografica.
TRATTO
da
https://www.bassairpinia.it/attualita/santoggi-lunedi-8-agosto-la-chiesa-celebra-san-domenico-guzman-san-ciriaco-roma/
San Ciriaco di Roma, nativo di Roma, fu
ucciso, sotto l’imperatore Massimiano, assieme ai suoi compagni: Largo, Memmia,
Crescenziano, Giuliana e Smaragdo, furono decapitati il 16 marzo del 306 sulla
Via Salaria La tradizione presenta Ciriaco come un ricco romano che
convertitosi al Cristianesimo lasciò tutti i suoi beni ai poveri e si mise al
servizio della Chiesa. Diventò diacono sotto papa Marcello I. In queste vesti
assieme a Sissinnio, Smaragdo e Largo si dedicò all’assistenza dei cristiani e
degli schiavi che erano addetti alla costruzione delle terme di Diocleziano. Il
gruppo venne scoperto e condannato ai lavori forzati della costruzione delle
terme. Ciriaco nei lavori ed in carcere si distinse per la sua carità ed il
servizio. Poi, essendo Artemia, figlia di Diocleziano, ammalata e l’imperatore
avendo saputo che solo Ciriaco potesse guarirla, lo fece liberare dal carcere e
dai lavori e lo pregò di guarirgli la figlia. Ciriaco, commosso, guarì Artemia
e ne cacciò il demonio che la affliggeva. In seguito a questo fatto Artemia
volle il Battesimo e Diocleziano donò al diacono Ciriaco una casa a Roma. La
leggenda racconta che in seguito Ciriaco si recò in Persia dove ebbe modo di
operare un analogo prodigio con la figlia del re Sapore, Giovia liberandola dal
demonio. Tornò a Roma con i suoi compagni nella casa, che l’imperatore gli
aveva donato, creò un fonte battesimale dove venivano battezzati i molti
convertiti. Diocleziano abdicò nel 305, l’altro imperatore Massimiano, geloso e
adirato per la conversione della sorella Artemia, fece togliere la casa a
Ciriaco e lo fece incarcerare e inasprì le persecuzioni contro i cristiani e
fece di nuovo arrestare Ciriaco e i suoi compagni. Il pretore Carpazio non
riuscì a far cedere nell’idolatria Ciriaco e i suoi compagni e dopo averlo
legato sul cavalletto torturatore e versato pece bollente sul corpo lo fece
decapitate insieme a Largo, Smaragdo ed altri compagni che vennero giustiziati
per decapitazione sulla via Salaria il 16 marzo dell’anno seguente
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