Sainte FLORIDE, vierge, martyre à Dijon en Bourgogne (vers 180).
Saintes THECLE et JUSTINE, vierges et missionnaires à Lentini en Sicile (IIIème siècle).
Saintes THECLE et JUSTINE, vierges et missionnaires à Lentini en Sicile (IIIème siècle).
San Milziade (o Melchiade) Papa +314
http://www.santiebeati.it/dettaglio/81050
Saints SATURUS, VITALIEN, FELICITE, QUINT, ARTATE, REVOCAT, FIRMUS, JUCUNDUS, martyrs d'Afrique.
Saint POSSESSEUR et DEUX compagnons avec lui, martyrs à Cirta, aujourd'hui Constantine en Algérie.
Sainte THEOSEBIE, épouse de saint Grégoire de Nysse, dont elle devint ensuite la soeur et compagne spirituelle (385).
Saint GREGOIRE, évêque de Nysse, fils de saint Basile l'Ancien et de sainte Emmélie, frère de sainte Macrine, de saint Basile le Grand et de saint Pierre II de Sébaste, écrivain ecclésiastique (395). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées.)
S.
Gregorio di Nissa, il più speculativo dei Padri greci del IV secolo,
può essere paragonato a S. Tommaso d'Aquino per la cura che ebbe di dare
ai vari problemi affrontati una risposta in sintonia con i dati della
fede e al tempo stesso con le esigenze della ragione. Amante dello
studio e della solitudine, fu suo malgrado posto alla guida di una
diocesi, dove spesso la bontà, unita alla mancanza di senso pratico, fu
giudicata ingenuità o peggio. Fu perfino accusato di sperperare i beni
della Chiesa, deposto e mandato in esilio
nel 376. Ma due anni dopo, riconosciute infondate le accuse mòssegli
dagli ariani, venne reintegrato nella sua sede, tra le acclamazioni dei
suoi fedeli che lo amavano.
Proprio in quei giorni moriva il suo celebre fratello, S. Basilio, vescovo di Cesarea. Gregorio, battezzato in giovane età, preferì alla vita ascetica del fratello Basilio la cultura classica del tempo, un misto di platonismo, aristotelismo e stoicismo. Ebbe la cattedra di retorica e per alcuni anni, dopo aver preso moglie, si dedicò all'insegnamento. Poi abbandonò tutto, moglie compresa (non si sa se fu separazione consensuale oppure vedovanza), e raggiunse il fratello Basilio e l'amico Gregorio di Nazianzo, che si erano ritirati in solitudine ad Annesi, lungo le rive dell'Iris, per dedicarsi indisturbati allo studio delle opere di Origene e di Metodio d'Olimpo. Frutto di quelle meditazioni e di quelle letture è il primo trattato sulla perfezione cristiana, il ‘De virginitate’, scritto dal Nisseno. La piccola comunità si disgregò con l'elezione di Basilio alla sede arcivescovile di Cesarea.
Basilio coinvolse tuttavia i due compagni nello stesso lavoro pastorale consacrandoli entrambi vescovi, il Nazianzeno a Sasima, "borgo di carrettieri", e il fratello a Nissa. Superate le prime difficoltà di ordine pratico e lo spiacevole incidente dell'esilio, il vescovo di Nissa fu quasi tratto a forza dall'umile sede per essere posto sul candelabro o meglio gettato nella mischia per mettere pace tra le varie Chiese orientali, sovente in discordia per questioni dottrinali e amministrative. Ebbe vari incarichi, anche da parte dell'imperatore di Costantinopoli; qui nel 381 partecipò al concilio convocato da Teodosio. I padri concliari, ammirati della sua preparazione filosofica e teologica, lo definirono "colonna dell'ortodossia". Nel 394 comparve a un altro sinodo di Costantinopoli. Questa è l'ultima notizia che riguarda il Nisseno, la cui morte viene comunemente fissata nel 395. Sono celebri le sue omelie e le sue orazioni funebri dei personaggi più in vista del tempo.
Proprio in quei giorni moriva il suo celebre fratello, S. Basilio, vescovo di Cesarea. Gregorio, battezzato in giovane età, preferì alla vita ascetica del fratello Basilio la cultura classica del tempo, un misto di platonismo, aristotelismo e stoicismo. Ebbe la cattedra di retorica e per alcuni anni, dopo aver preso moglie, si dedicò all'insegnamento. Poi abbandonò tutto, moglie compresa (non si sa se fu separazione consensuale oppure vedovanza), e raggiunse il fratello Basilio e l'amico Gregorio di Nazianzo, che si erano ritirati in solitudine ad Annesi, lungo le rive dell'Iris, per dedicarsi indisturbati allo studio delle opere di Origene e di Metodio d'Olimpo. Frutto di quelle meditazioni e di quelle letture è il primo trattato sulla perfezione cristiana, il ‘De virginitate’, scritto dal Nisseno. La piccola comunità si disgregò con l'elezione di Basilio alla sede arcivescovile di Cesarea.
Basilio coinvolse tuttavia i due compagni nello stesso lavoro pastorale consacrandoli entrambi vescovi, il Nazianzeno a Sasima, "borgo di carrettieri", e il fratello a Nissa. Superate le prime difficoltà di ordine pratico e lo spiacevole incidente dell'esilio, il vescovo di Nissa fu quasi tratto a forza dall'umile sede per essere posto sul candelabro o meglio gettato nella mischia per mettere pace tra le varie Chiese orientali, sovente in discordia per questioni dottrinali e amministrative. Ebbe vari incarichi, anche da parte dell'imperatore di Costantinopoli; qui nel 381 partecipò al concilio convocato da Teodosio. I padri concliari, ammirati della sua preparazione filosofica e teologica, lo definirono "colonna dell'ortodossia". Nel 394 comparve a un altro sinodo di Costantinopoli. Questa è l'ultima notizia che riguarda il Nisseno, la cui morte viene comunemente fissata nel 395. Sono celebri le sue omelie e le sue orazioni funebri dei personaggi più in vista del tempo.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/44200
http://xoomer.virgilio.it/giampib/
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070829_it.html
" In altre parole – ed è questa la lezione più
importante che san Gregorio Nisseno ci consegna – la piena realizzazione
dell’uomo consiste nella santità, in una vita vissuta nell’incontro con Dio, che
così diventa luminosa anche per gli altri, anche per il mondo."
http://www.ortodoxia.it/san%20gregorio%20di%20nissa.htm
http://w3.uniroma1.it/episteme/file/Dispense20121206_GregorioNissa.pdf
IL COMMENTO AL PADRE NOSTRO
DI GREGORIO DI NISSA
sta in
http://www.famigliedellavisitazione.it/wp/wp-content/uploads/2010/10/bosi_angela_mara.pdf
San Gregorio
di Nissa
La natura
divina, l’increato
e il creato
sta in
http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/dogmatica/naturadivgregnissa.htm
http://www.clerus.org/clerus/dati/2000-11/29-999999/Nissa.PDF
Saint AMMON ou AMMONIOS, moine du désert de Nitrie (Egypte, IVème-Vème siècles).
Saint PETRONE, moine de Lérins, puis évêque de Die dans l'actuel département de la Drôme (463). A Die nel territorio di Vienne, in Francia, san Petronio, vescovo, che aveva precedentemente condotto vita monastica sull’isola di Lérins
Saint MARCIEN, prêtre, Econome de la Grande Eglise du Christ (patriarcat de Constantinople), bâtisseur d'églises (vers 471). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées; office plus complet et plus récent traduit en français par le même au tome I du Supplément aux Ménées.) A Costantinopoli, san Marciano, sacerdote, solerte nell’abbellire le chiese e nel prestare soccorso agli indigenti.
Saint MAURILLE, évêque de Cahors en Quercy, célèbre par ses austérités (580).
Saint PETRONE, moine de Lérins, puis évêque de Die dans l'actuel département de la Drôme (463). A Die nel territorio di Vienne, in Francia, san Petronio, vescovo, che aveva precedentemente condotto vita monastica sull’isola di Lérins
Saint MARCIEN, prêtre, Econome de la Grande Eglise du Christ (patriarcat de Constantinople), bâtisseur d'églises (vers 471). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées; office plus complet et plus récent traduit en français par le même au tome I du Supplément aux Ménées.) A Costantinopoli, san Marciano, sacerdote, solerte nell’abbellire le chiese e nel prestare soccorso agli indigenti.
Saint MAURILLE, évêque de Cahors en Quercy, célèbre par ses austérités (580).
Saint DOMETIEN, parent de l'empereur Maurice, évêque de Mélitène en Arménie (601). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I des Ménées.)
Nato
verso il 564 ed eletto vescovo di Melitene, nell'Armenia Seconda o
Minor, gli furono affidate dall'imperatore Maurizio, a cui era legato da
vincoli di parentela,
varie missioni diplomatiche. Di particolare importanza quella presso
Cosroe, re dei Persiani, che egli si studiò, ma invano, di convertire
alla religione cristiana. Di questo insuccesso informò il papa s.
Gregorio Magno col quale ebbe uno scambio di lettere. Di ritorno dalla
Persia rimase a Costantinopoli con l'incarico di dirigere spiritualmente
l'imperatore, senza peraltro omettere di vigilare sulla sua Chiesa. Nel
597 Maurizio, ammalatosi gravemente, lo nominò suo esecutore
testamentario, ma Domiziano gli premorì il 10 o l'11 gennaio verso il
602, ricevendo sepoltura nella chiesa dei SS. Apostoli a Costantinopoli,
città in cui fu festeggiato come santo al 10 gennaio Le sue reliquie
furono in seguito portate a Melitene
Saint DERMOT (DIARMAID), higoumène en Irlande (VIIème siècle).
Saint JEAN le Bon, évêque de Milan, confesseur de l'Orthodoxie face à l'arianisme et au monothélisme (659).
Sainte SETHRIDE, Anglaise, moniale à Faremoutiers au diocèse de Meaux (vers 660).
Saint THOMIAN, archevêque d'Armagh en Irlande (660).
Saint AGATHON palermitano , pape et patriarche de Rome, qui combattit l'hérésie du monothélisme (682).
Fu consacrato pontefice il 26 giugno del 678, secondo una leggenda aveva raggiunto 103 anni ma ragionava ancora bene.
Il
12 agosto ricevette dall’imperatore Costantino Pagonato una lettera
nella quale questi, avendo ormai risolte le questioni militari, si
dichiarava pronto a riprendere il progetto di riunificazione
ecclesiastica tra Roma e Bisanzio.
Egli pensava di indire una
conferenza episcopale in cui fossero discussi i problemi emergenti ed
eliminata ogni controversia. A questo scopo chiedeva al papa l’invio a
Costantinopoli di alcuni suoi rappresentanti che fossero bene al
corrente di tutta la problematica. Assicurava inoltre un ampia
protezione imperiale alla delegazione stessa.
Per
preparare la delegazione Agatone riunì in Laterano il 27 marzo del 680
un concilio italiano che scelse i rappresentanti episcopali da mandare a
Bisanzio insieme ai legati pontifici e approvò il testo sinodale che
sarebbe stato presentato alla conferenza.
Vi era esposta la dottrina
delle due volontà e i modi di agire in Cristo con riferimento esplicito
a quanto deciso nel concilio Lateranense da Martino I.
La
delegazione occidentale giunse il 10 settembre del 680 a Costantinopoli e
fu accolta dal patriarca Giorgio che provvide a convocare i metropoliti
ed i vescovi bizantini. Quella che era stata indetta come una
conferenza divenne infine un vero e proprio concilio ecumenico, il sesto
in Oriente. Alla prima sessione risultarono infatti presenti i
rappresentanti di tutti i patriarcati; essa si aprì il 7 novembre del
680 in una sala del palazzo imperiale.
Presidente era l’imperatore, affiancato da due presbiteri e un diacono romani quali rappresentanti del papa.
In Italia nel frattempo scoppiò una grave pestilenza che fece un numero impressionante di vittime.
A
Costantinopoli intanto il concilio andò avanti; dopo 18 sedute si
arrivò ad un decreto emanato il 16 settembre del 681. In esso si
ribadiva la professione di fede stabilita dai cinque precedenti concili e
si approvava all’unanimità la dottrina delle due volontà e delle due
energie in Cristo, che non erano in contrasto con loro, confermando
inoltre il testo sinodale del Laterano.
L’eresia monotelita fu ovviamente condannata.
Il concilio indirizzò infine uno scritto al papa pregandolo di confermare le decisioni prese.
Ma Agatone era già morto il 10 gennaio del 681 ed era stato sepolto in San Pietro: aveva raggiunto, a quanto pare, 107 anni.
Agatone
ricevette anche la sottomissione dell’arcivescovo di Ravenna, Teodoro,
il quale mise fine ad una autocefalìa condannata da Roma.
Agatone si
interessò anche della sorte della Chiesa anglosassone:
ricevette paternamente l’abate di Wearmouth, Benedetto Biscop, e rimise
sul suo legittimo seggio l’arcivescovo di York, Vilfrido, ingiustamente
deposto da Teodoro di Canterbury.
Sant’Agatone si distinse per profondità di dottrina e spirito caritativo specialmente verso i poveri.
Saint PIERRE ORSEOLO, amiral de la flotte vénitienne, doge de Venise (976-978), puis moine au monastère Saint-Michel-de-Cuxa près de Perpignan en Roussillon (987). Pietro Orseolo nacque a Venezia nel 928, da nobile famiglia veneziana. Fu comandante della flotta veneta contro i corsari saraceni, che ormai da secoli costituivano una vera e propria piaga per il mar Mediterraneo. Non accontentandosi di attaccare le navi commerciali, spesso costoro compivano anche spaventose scorrerie sulle coste, saccheggiando e massacrando, portandosi via il bottino e soprattutto degli schiavi. Partendo dai loro covi africani, colpivano le loro vittime e fuggivano prima di aver dato loro tempo di poter organizzare la difesa. Talvolta si spingevano anche nell’entroterra continentale, attaccando castelli, monasteri e villaggi, che proprio non si aspettavano di veder spuntare i saraceni.
Inutile ribadire come il commercio marittimo fosse fortemente penalizzato da tutto ciò, a maggior danno delle Repubbliche Marinare, che furono così costrette ad organizzare flotte militari permanenti al solo scopo di contrastare i saraceni.
Nel 976 a Venezia una congiura di palazzo sfociò in una rivolta in cui rimase ucciso il doge Pietro Candiano. Stava dunque per iniziare una nuova aspra lotta tra le fazioni della Serenissima, quando saggiamente prevalse l’opzione di eleggere alla massima carica cittadina un personaggio neutrale. La scelta non poté che cadere su Pietro Orseolo, uomo di profonda fede cristiana, da tutti stimato per la sua capacità e il rigore morale.
Il novello doge non deluse le aspettative ed in breve tempo riuscì nell’intento di riappacificare la città, convogliando le risorse del suo governo in numerose opere benefiche e di pubblica utilità. Fece ricostruire la patriarcale basilica di San Marco ed il Palazzo Ducale, distrutti dai cospiratori che avevano ucciso il suo predecessore. Fu munifico anche nella costruzione di nuove chiese e finanziò perfino di tasca propria l’erezione di un’ospizio.
Furono questi due anni “serenissimi”, nei quali Venezia poté così ben meritare il suo celebre appellativo, sotto la guida del santo doge. Due soli anni, perché nel frattempo Pietro I Orseolo maturò una scelta di vita diversa: al regno terreno preferì quello dello spirito. D’accordo con moglie e figli e sotto l’influenza dell’abate Guarino intraprese la vita religiosa nel monastero benedettino di Cuxa, ai piedi dei Pirenei.
Saint PAUL, fondateur du monastère d'Obnora (Russie 1429). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome I du Supplément aux Ménées. Acathiste traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XIII du Supplément aux Ménées.)
Saint MACAIRE, disicple de saint Paul d'Obnora et fondateur du monastère de Pisma.
Saint ANTIPAS l'Hésychaste, moine roumain du skite athonite de Lacu, puis ascète à Valaam dans le nord de la Russie (1882).
Saint THEOPHANE le Reclus, évêque de Tambov et de Vladimir, écrivain ecclésiastique (Russie 1894). (Autre mémoire le 6 janvier dans l'usage grec; c'est à cette date que l'on trouvera son office traduit par le père Denis Guillaume dans le tome I du Supplément aux Ménées.)
Teofane
il Recluso, anche conosciuto come Theophan Zatvornik, al secolo Georgij
Vasilievič Govorov, nacuqe nel villaggio di Černavsk, Oblast' di Orël,
nella famiglia di un
sacerdote locale, fu educato nei seminari di Livni, Orël e Kiev, dove
ebbe occasione di visitare numerose volte il Pečerska Lavra. Nel 1841,
mentre era ancora studente, prese gli ordini monacali e cambiò il
proprio nome in quello di Teofane. Successivamente diventò ieromonaco e
iniziò la propria carriera di insegnante, inizialmente nella scuola
teologica di Kiev, quindi nel seminario di Velikij Novgorod ed infine
nella prestigiosa Accademia Teologica di San Pietroburgo. Dopo essersi
recato a Gerusalemme e a Costantinopoli, dove svolse il compito di
ambasciatore della Chiesa ortodossa russa, nel 1859 fu nominato vescovo
di Tambov e, successivamente, di Vladimir, carica che ricoprì fino al
1866, anno in cui decise di dedicarsi interamente alla stesura di opere
letterarie in una cella del monastero di Vjša. Nel 1872 decise inoltre
di isolarsi dal mondo, rimanendo permanentemente nella propria cella,
senza seguire neppure le funzioni liturgiche con gli altri monaci. Morì
nel 1894 dopo una breve malattia. È conosciuto specialmente come autore
di opere letterarie riguardanti la vita spirituale, specialmente aventi
ad oggetto il come educare la gioventù alla fede. Ebbe anche un ruolo di
primo piano nella traduzione della Philokalia dallo Slavo ecclesiastico
al Russo. Quest'ultima è un'importante opera concernente la
spiritualità ortodossa, ed è composta da testi scelti di padri della
Chiesa russa che scrissero nel XVII e nel XVIII secolo. Un tema
persistente è l'evoluzione della vita interiore posta in essere
attraverso continue preghiere, la cosiddetta "preghiera incessante"
descritta da San Paolo nella sua Prima lettera ai Tessalonicesi. E’
stato glorificato a santo dal Concilio Locale della Chiesa Ortodossa
Russa del 1988 tenutosi al Troice-Sergieva Lavra.
Le cose di lassù (Teofane il Recluso)
sta in
http://monachesimoduepuntozero.wordpress.com/2012/03/30/le-cose-di-lassu-teofane-il-recluso/
Non
seguite l’inganno dei progressisti! (Teofane il Recluso - See more at:
http://www.natidallospirito.com/2010/06/01/non-seguite-linganno-dei-progressisti-teofane-il-recluso/#sthash.mkGTDfl5.dpuf
Non
seguite l’inganno dei progressisti! (Teofane il Recluso - See more at:
http://www.natidallospirito.com/2010/06/01/non-seguite-linganno-dei-progressisti-teofane-il-recluso/#sthash.mkGTDfl5.dpuf
Non
seguite l’inganno dei progressisti! (Teofane il Recluso - See more at:
http://www.natidallospirito.com/2010/06/01/non-seguite-linganno-dei-progressisti-teofane-il-recluso/#sthash.mkGTDfl5.dpuf
Saint ANATOLE, métropolite d'Odessa, martyr par la main des Communistes (Ukraine 1938).
Saint ARSENE, higoumène, martyr par la main des Communistes (Russie 1939).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.