Saints DIDYME, NEMESE (NEMESIOS) et POTAME (POTAMIOS), martyrs de Chypre.
Saints VICTOR, CORONA et leurs VINGT compagnons, martyrs à Rome.
Sainte PAULE ou BARBATE, ascète à Avila en Espagne (IVème siècle).
Saint SADOC ou SADOTH, évêque de Ctésiphon-Séleucie près de l'actuelle Bagdad, et CENT-VINGT-HUIT fidèles avec lui, martyrs en Perse lors de la persécution de Chapour II (entre 342 et 344).
Saints VICTOR, CORONA et leurs VINGT compagnons, martyrs à Rome.
Sainte PAULE ou BARBATE, ascète à Avila en Espagne (IVème siècle).
Saint SADOC ou SADOTH, évêque de Ctésiphon-Séleucie près de l'actuelle Bagdad, et CENT-VINGT-HUIT fidèles avec lui, martyrs en Perse lors de la persécution de Chapour II (entre 342 et 344).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/41460
Saint CINDEE (KINDEAS), évêque de Pisidie.
Saint PLOTIN, moine (?), mort en paix.
Saint ANANIOS.
Saint EUTROPE.
Saint BESSARION le Grand, ascète et thaumaturge du désert de Scété (Egypte, IVème-Vème siècles). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XIII du Supplément aux Ménées.)
Saint EUCHER (LEVER), évêque de Dol-de-Bretagne (Vème siècle).
Saint CINDEE (KINDEAS), évêque de Pisidie.
Saint PLOTIN, moine (?), mort en paix.
Saint ANANIOS.
Saint EUTROPE.
Saint BESSARION le Grand, ascète et thaumaturge du désert de Scété (Egypte, IVème-Vème siècles). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XIII du Supplément aux Ménées.)
Saint EUCHER (LEVER), évêque de Dol-de-Bretagne (Vème siècle).
Saint KEMEREN, ermite à Grandchamp dans le Morbihan en Bretagne (Vème siècle).
Saint POSSIDIUS, évêque de Calame (Guelma) en Afrique du Nord (après 430). Il ricordo di S. Possidio resta unito, sia come religioso che come vescovo, a quello di s.Agostino, della cui eredità monastica è il maggiore rappresentante insieme a s. Alipio. Il rapporto di amicizia di Possidio con Alipio e Agostino sembrano essere iniziate al tempo della fondazione del monastero maschile ad Ippona. Possidio fu il primo biografo di Agostino, con il quale visse "in dolce familiarità per circa 40 anni". Fu eletto vescovo di Calama verso il 397. Per difendere i diritti della Chiesa africana si recò per ben due volte in Italia. Con Agostino ed Alipio partecipò ai Concili d' Africa, figurando anche, nella famosa riunione avvenuta a Cartagine nel 411 tra cattolici e donatisti, tra i sei prescelti dai 266 vescovi di fedeltà apostolica i, per parlare a nome di tutti. S. Possidio muore verso il 437
Saint BOLCAN ou OLCAN, évêque de Dercan en Irlande (vers 480).
Saint EUCHER, évêque de Maëstricht en Limbourg (495).
Saint VALLIER (VALERE, VALERIUS), évêque du Conserans ou Couserans dans le comté de Foix, actuel département de l'Ariège (504).
Saint FALCON, évêque de Maëstricht en Limbourg (512). (La commune de Montfaucon en Lorraine porterait son nom.)
icona del Western rite di tradizione francofona
Saint ELEUTHERE, évêque de Tournai en Belgique, martyr par la main des Ariens (531). E’ l'epoca in cui la Gallia, già meta di varie migrazioni barbariche, come quella dei Burgundi e dei Visigoti - convertitisi malamente al cristianesimo, essendo passati dall'idolatria all'eresia ariana - divenne terra di conquista dei Franchi di re Clodoveo. Alla conversione di questi contribuirono la moglie cristiana, Clotilde, venerata come santa, il vescovo di Reims, S. Remigio, e anche S. Eleuterio, eletto vescovo di Tournai nel 484, quando Clodoveo aveva fatto di questa città la capitale del suo regno, prima di muovere alla conquista della regione parigina.
Benchè non possediamo alcun testo storicamente sicuro sull'attività di questo santo vescovo e sulla sua opera missionaria, molti aneddoti sulla sua vita e sui suoi contatti col re pagano Clodoveo ci sono riferiti in una biografia attribuita a S. Medardo, coetaneo e addirittura compagno di giochi, nella fanciullezza, di S. Eleuterio. Lo stesso Medardo gli predisse che un giorno sarebbe divenuto vescovo, ma quella profezia equivaleva a un augurio di vita difficile se non addirittura di martirio. I popoli barbari, che dalle regioni orientali si riversavano nelle verdi colline della Francia, non conoscevano altra autorità che quella del loro re. Al vescovo di Tournai toccò il compito di gettare il seme della parola di Dio in un rozzo popolo idolatra, i Franchi, che nel 506 riceveranno in massa il battesimo sull'esempio del loro re, dopo la vittoria sugli Alemanni a Tolbiac. Ma l'onore di questa abbondante messe toccherà a S. Remigio. Di S. Eleuterio umile e infaticabile operaio evangelico, che ebbe come campo di lavoro la nuova frontiera del cristianesimo, rappresentata dai popoli barbari, resta l'urna funeraria conservata nella cattedrale di Tournai, meta di continui pellegrinaggi
Saint AGATHON, pape et patriarche de Rome, qui confessa la foi orthodoxe face au monothélisme (682). (En Occident, sa mémoire se célèbre le 10 janvier.)
Fu consacrato pontefice il 26 giugno del 678, secondo una tradizione aveva raggiunto 103 anni ma ragionava ancora bene.
Il 12 agosto ricevette dall’imperatore Costantino Pagonato una lettera nella quale questi, avendo ormai risolte le questioni militari, si dichiarava pronto a riprendere il progetto di riunificazione ecclesiastica tra Roma e Bisanzio.
Egli pensava di indire una conferenza episcopale in cui fossero discussi i problemi emergenti ed eliminata ogni controversia. A questo scopo chiedeva al papa l’invio a Costantinopoli di alcuni suoi rappresentanti che fossero bene al corrente di tutta la problematica. Assicurava inoltre un ampia protezione imperiale alla delegazione stessa.
Per preparare la delegazione Agatone riunì in Laterano il 27 marzo del 680 un concilio italiano che scelse i rappresentanti episcopali da mandare a Bisanzio insieme ai legati pontifici e approvò il testo sinodale che sarebbe stato presentato alla conferenza.
Vi era esposta la dottrina delle due volontà e i modi di agire in Cristo con riferimento esplicito a quanto deciso nel concilio Lateranense da Martino I.
La delegazione occidentale giunse il 10 settembre del 680 a Costantinopoli e fu accolta dal patriarca Giorgio che provvide a convocare i metropoliti ed i vescovi bizantini. Quella che era stata indetta come una conferenza divenne infine un vero e proprio concilio ecumenico, il sesto in Oriente. Alla prima sessione risultarono infatti presenti i rappresentanti di tutti i patriarcati; essa si aprì il 7 novembre del 680 in una sala del palazzo imperiale.
Presidente era l’imperatore, affiancato da due presbiteri e un diacono romani quali rappresentanti del papa.
In Italia nel frattempo scoppiò una grave pestilenza che fece un numero impressionante di vittime.
A Costantinopoli intanto il concilio andò avanti; dopo 18 sedute si arrivò ad un decreto emanato il 16 settembre del 681. In esso si ribadiva la professione di fede stabilita dai cinque precedenti concili e si approvava all’unanimità la dottrina delle due volontà e delle due energie in Cristo, che non erano in contrasto con loro, confermando inoltre il testo sinodale del Laterano.
L’eresia monotelita fu ovviamente condannata.
Il concilio indirizzò infine uno scritto al papa pregandolo di confermare le decisioni prese.
Ma Agatone era già morto il 10 gennaio del 681 ed era stato sepolto in San Pietro: aveva raggiunto, a quanto pare, 107 anni.
Agatone ricevette anche la sottomissione dell’arcivescovo di Ravenna, Teodoro, il quale mise fine ad una autocefalìa condannata da Roma.
Agatone si interessò anche della sorte della Chiesa anglosassone: ricevette paternamente l’abate di Wearmouth, Benedetto Biscop, e rimise sul suo legittimo seggio l’arcivescovo di York, Vilfrido, ingiustamente deposto da Teodoro di Canterbury.
Sant’Agatone si distinse per profondità di dottrina e spirito caritativo specialmente verso i poveri.E’ uno dei santi patroni di Palermo. a memoria della chiesa una ed indivisa
Il 12 agosto ricevette dall’imperatore Costantino Pagonato una lettera nella quale questi, avendo ormai risolte le questioni militari, si dichiarava pronto a riprendere il progetto di riunificazione ecclesiastica tra Roma e Bisanzio.
Egli pensava di indire una conferenza episcopale in cui fossero discussi i problemi emergenti ed eliminata ogni controversia. A questo scopo chiedeva al papa l’invio a Costantinopoli di alcuni suoi rappresentanti che fossero bene al corrente di tutta la problematica. Assicurava inoltre un ampia protezione imperiale alla delegazione stessa.
Per preparare la delegazione Agatone riunì in Laterano il 27 marzo del 680 un concilio italiano che scelse i rappresentanti episcopali da mandare a Bisanzio insieme ai legati pontifici e approvò il testo sinodale che sarebbe stato presentato alla conferenza.
Vi era esposta la dottrina delle due volontà e i modi di agire in Cristo con riferimento esplicito a quanto deciso nel concilio Lateranense da Martino I.
La delegazione occidentale giunse il 10 settembre del 680 a Costantinopoli e fu accolta dal patriarca Giorgio che provvide a convocare i metropoliti ed i vescovi bizantini. Quella che era stata indetta come una conferenza divenne infine un vero e proprio concilio ecumenico, il sesto in Oriente. Alla prima sessione risultarono infatti presenti i rappresentanti di tutti i patriarcati; essa si aprì il 7 novembre del 680 in una sala del palazzo imperiale.
Presidente era l’imperatore, affiancato da due presbiteri e un diacono romani quali rappresentanti del papa.
In Italia nel frattempo scoppiò una grave pestilenza che fece un numero impressionante di vittime.
A Costantinopoli intanto il concilio andò avanti; dopo 18 sedute si arrivò ad un decreto emanato il 16 settembre del 681. In esso si ribadiva la professione di fede stabilita dai cinque precedenti concili e si approvava all’unanimità la dottrina delle due volontà e delle due energie in Cristo, che non erano in contrasto con loro, confermando inoltre il testo sinodale del Laterano.
L’eresia monotelita fu ovviamente condannata.
Il concilio indirizzò infine uno scritto al papa pregandolo di confermare le decisioni prese.
Ma Agatone era già morto il 10 gennaio del 681 ed era stato sepolto in San Pietro: aveva raggiunto, a quanto pare, 107 anni.
Agatone ricevette anche la sottomissione dell’arcivescovo di Ravenna, Teodoro, il quale mise fine ad una autocefalìa condannata da Roma.
Agatone si interessò anche della sorte della Chiesa anglosassone: ricevette paternamente l’abate di Wearmouth, Benedetto Biscop, e rimise sul suo legittimo seggio l’arcivescovo di York, Vilfrido, ingiustamente deposto da Teodoro di Canterbury.
Sant’Agatone si distinse per profondità di dottrina e spirito caritativo specialmente verso i poveri.E’ uno dei santi patroni di Palermo. a memoria della chiesa una ed indivisa
Saint EUCHER, évêque d'Orléans, qui défendit les droits de l'Eglise contre les confiscations décidées par Charles Martel (738 ou 743). Eucherio nacque a Orléans nel sec. VII da una potente famiglia merovingica. Sentendosi chiamato alla solitudine, chiese di essere ricevuto a Jumièges e vi passò sette anni. Ma a richiesta degli orleanesi e col consenso di Carlo Martello, successe, suo malgrado, a suo zio Savarico. Dopo sei anni di episcopato improntato a dolcezza, a benevolenza e insieme a fermezza dottrinale verso gli usurpatori di beni della Chiesa, divenne oggetto di gelosie. Carlo Martello, dinanzi al quale lo si era messo in cattiva luce, gli intimò di seguirlo a Parigi, poi lo esiliò a Colonia. Troppo ben ricevuto dalla comunità della città renana, egli si vide costretto a emigrare a Liegi, prima di ottenere finalmente il permesso di ritirarsi nell'abbazia di Saint-Trond nella diocesi di Maastricht. Ivi morì, secondo gli studi più recenti, nel 738
Saint
LEON le Thaumaturge, originaire de Ravenne, évêque de Catane en Sicile
(vers 787). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au
tome II des Ménées.) Leone, nacque a Ravenna, nel 720
d.C. Sin da bambino sentiva il richiamo di Dio, si narra che la madre lo
vide in ginocchio assorto in preghiera all'età di due anni. Ancora
giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio
Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto Vescovo di Catania, si narra
che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo Vescovo, avessero avuto in
sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse un uomo, Leone in
odore di santità, che sarebbe stato la persona giusta per ricoprire la
carica di Vescovo. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, non volle
accettare, ma dopo le insistenze dei catanesi, divenne Vescovo di
Catania. In quegli anni, in tutto l'Impero Bizantino era in atto la
feroce distruzione delle immagini sacre "iconoclastia".Coloro che non
ubbidivano all'editto che metteva al bando le icone, ritenute segno di
idolatria, venivano incarcerati e spesso finivano sul patibolo. Il
Vescovo di Catania si oppose apertamente alle leggi imperiali. Per
questo il governatore bizantino della Sicilia ordinò l'arresto di Leone
che fu costretto a lasciare Catania e a rifugiarsi sulle montagne. Vagò
per anni nelle boscose cime dei Nebrodi, nei dintorni di Longi e
Sinagra, protetto dal popolo che vedeva in lui il fiero oppositore alle
leggi inique dell'Impero.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane, visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea si spense il 20 febbraio del 789. Secondo la tradizione al tempo del vescovado di Leone, Catania era asserragliata da un perfido mago, un negromante, Eliodoro, i cui poteri straordinari gli consentivano addirittura di spostarsi volando, da Costantinopoli a Catania a dorso di un elefante, lo stesso che la tradizione popolare addita come l’elefante di Piazza Duomo, il simbolico Liotru, nome che infatti deriva dalla storpiatura di Eliodoro.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane, visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea si spense il 20 febbraio del 789. Secondo la tradizione al tempo del vescovado di Leone, Catania era asserragliata da un perfido mago, un negromante, Eliodoro, i cui poteri straordinari gli consentivano addirittura di spostarsi volando, da Costantinopoli a Catania a dorso di un elefante, lo stesso che la tradizione popolare addita come l’elefante di Piazza Duomo, il simbolico Liotru, nome che infatti deriva dalla storpiatura di Eliodoro.
Un
giorno, mentre San Leone celebrava gli Uffici Divini nell’antica chiesa
di Santa Maria di Bettlemme, che sorgeva in loco dell’attuale Cattedrale,
Eliodoro e i suoi discepoli entrarono nel tempio sacramentando e
pronunciando blasfemie verso la religione cristiana e il Vescovo. San
Leone da parte sua non si scompose e completò le Celebrazioni, al
termine delle quali si rivolse al mago per porgli una sfida. Fu arso un
rogo di
fronte alla chiesa, e chi dei due avrebbe attraversato le fiamme e ne
sarebbe uscito incolume, sarebbe stato colui la cui dottrina predicata è
verità e degna di fede. Il primo ad attraversare il fuoco fu il Santo
vescovo, e tra lo stupore e la meraviglia dei presenti rimase illeso. Lo
seguì il perfido Eliodoro, che nonostante il suo ricorso alla magia,
rimase prigioniero delle fiamme, immobilizzato anche dalla stola che
Leone gli lanciò. Così Catania fu liberata dalle oscure trame del mago,
e rimase fedele al suo vescovo e alla dottrina cristiana
Troparion — Tone 1
You were shown forth as a resplendent priest, / a teacher of godliness and a wonderworker, blessed hierarch Leo; / by the light of heavenly virtue you were enriched with the power of the Spirit, / and heal the souls and bodies of those who hasten to you. / Glory to Christ who has glorified you! / Glory to Him who has crowned you! / Glory to Him who through you works healing for all!Kontakion — Tone 2
With hymns of praise let us crown Leo, / who was consecrated to the Lord from early childhood; / he received grace while still a babe in swaddling clothes. / He is a brightly shining star in the Church: / its valiant defender and firm support!Saint COLGAN le Sage, higoumène de Clonmacnoise en Irlande (vers 796).
Sainte THECLE, riche évergète et ascète à Roubaix en Flandre française (après 881).
Saint AGATHON, thaumaturge de la laure des Grottes de Kiev (XIIIème-XIVème siècles).
Saint CORNEILLE, abbé du monastère des Grottes de Pskov et missionnaire en Lettonie, et son disciple saint BASSIEN de Mourom, martyrs sur l'ordre du tsar Ivan IV le Terrible (1570). (Office à saint Corneille de Pskov traduit en français par le père Denis Guillaume au tome II du Supplément aux Ménées.)
The
Hieromartyr Cornelius of the Pskov Caves was born in the year 1501 at
Pskov into the noble family of Stephen and Maria. In order to give their
son an education, his parents sent him to the Pskov
Mirozh monastery, where he worked under the guidance of an Elder. He
made candles, chopped wood, studied his letters, transcribed and adorned
books, and also painted icons. Having finished his studies, Cornelius
returned to his parental home with the resolve to become a monk.
Once, the government clerk Misiur Munekhin took Cornelius with him to the Pskov Caves monastery in the woods, which then was in the worst condition of any church in Pskov. The beauty of nature, and the solemnity of services in the cave church produced such a strong impression on Cornelius that he left his parental home forever and received monastic tonsure at the Pskov Caves monastery.
In 1529, at the age of twenty-eight, St Cornelius was made igumen and became head of the monastery. While he was igumen, the Pskov Caves monastery reached its prime. The number of brethren increased from 15 to 200 men. This number of monks was not surpassed under any subsequent head of the monastery.
The activity of St Cornelius extended far beyond the bounds of the monastery. He spread Orthodoxy among the Esti [Aesti]) and Saeti people living around the monastery, he built churches, hospices, homes for orphans and those in need. During a terrible plague in the Pskov region St Cornelius walked through the plague-infested villages to give Communion to the living and to sing burial services for the dead.
During the Livonian war St Cornelius preached Christianity in the occupied cities, built churches, and distributed generous aid from the monastery storerooms to the Esti and Livonians suffering from the war. At the monastery he selflessly doctored and fed the injured and the maimed, preserved the dead in the caves, and inscribed their names in the monastery Synodikon for eternal remembrance.
In the year 1560, on the Feast of the Dormition of the Mother of God, St Cornelius sent a prosphora and holy water as blessing for the Russian armies besieging the city of Thellin. On that very day the Germans surrendered the city.
In 1570 when a See was established in Livonian Yuriev, a certain igumen Cornelius was appointed as Bishop of Yuriev and Velyansk (i.e., Thellin). Some have identified him with St Cornelius, but this does not correspond with actual events.
St Cornelius was a great lover of books, and at the monastery there was quite a collection of books. In 1531 his work entitled, "An Account of the Origin of the Pechersk Monastery" appeared. In the mid-sixteenth century the Pskov Caves monastery took over the tradition of writing chronicles from the Spaso-Eleaszar monastery.
At the start of the chronicles were accounts of the first two Pskov chronicles from 1547 to 1567. Besides this, Igumen Cornelius left behind a great monastery Synodikon for remembering the deceased brothers and benefactors of the monastery, and from the year 1588 he began to maintain the "Stern Book" ["Kormovaya kniga." Since the rear of a ship is called the stern, the sense of the title is "looking back in remembrance"]. He also compiled a "Description of the Monastery" and a "Description of the Miracles of the Pechersk Icon of the Mother of God."
St Cornelius expanded and beautified the monastery, he further enlarged the monastery caves, he moved the wooden church of the Forty Martyrs of Sebaste beyond the monastery enclosure to the monastery gate, and on its site he built a church in the name of the Annunciation of the Most Holy Theotokos in the year 1541. In 1559, he constructed a church dedicated to the Protection of the Most Holy Theotokos.
The Caves monastery, on the frontier of the Russian state, was not only a beacon of Orthodoxy, but also a bulwark against the external enemies of Russia.
In 1558-1565, St Cornelius built a massive stone wall around the monastery, and over the holy gates, he built a stone church dedicated to St Nicholas, entrusting the protection of the monastery to him. In the church was a sculpted wooden icon of "Nicholas the Warrior."
In the chronicle compiled by the hierodeacon Pitirim, the martyric death of St Cornelius was recorded: "This blessed Igumen Cornelius ... was igumen forty-one years and two months. Not only as a monk, but also by his fasting and holy life, he was an image of salvation ... in these times there was much unrest in the Russian land. Finally, the earthly Tsar (Ivan the Terrible) sent him from this corruptible life to the Heavenly King in the eternal habitations, on February 20, 1570, in his 69th year." (This information is on a ceramic plate, from the ceramics covering the mouth of the tomb of St Cornelius).
In the ancient manuscripts of the Trinity-Sergiev Lavra it was written that Igumen Cornelius came out from the monastery gates with a cross to meet the Tsar. Ivan the Terrible, angered by a false slander, beheaded him with his own hands, but then immediately repented of his deed, and carried the body to the monastery. The pathway made scarlet by the blood of St Cornelius, along which the Tsar carried his body to the Dormition church, became known as the "Bloody Path." Evidence of the Tsar's repentance was the generous recompense he made to the Pskov Caves monastery after the death of St Cornelius. The name of the igumen Cornelius was inscribed in the Tsar's Synodikon.
The body of St Cornelius was set into the wall of "the cave formed by God," where it remained for 120 years without corruption. In the year 1690, Metropolitan Marcellus of Pskov and Izborsk, had the relics transferred from the cave to the Dormition cathedral church and placed in a new crypt in the wall.
On December 17, 1872 the relics of St Cornelius were transferred from the former tomb into a copper-silver reliquary. They were placed into a new reliquary in 1892. It is presumed that the service to the martyr was composed for the Uncovering of the Relics in the year 1690.
Saints MACAIRE, higoumène du monastère de Valaam, TITE, TIKHON, GELASE, SERGE, BARLAAM, SABBAS, CONON, SYLVESTRE, CYPRIEN, PIMENE, JEAN, SAMO, JON, DAVID, CORNEILLE, NIPHON, ATHANASE, SERAPION, BARLAAM, ATHANASE, ANTOINE, LUC, LEONCE, THOMAS, DENYS, PHILIPPE, IGNACE, BASILE, PACHÔME, BASILE, THEOPHILE, JEAN, THEODORE et JEAN, moines et novices du même monastère, martyrs par la main des Luthériens (Russie, 1578).
Once, the government clerk Misiur Munekhin took Cornelius with him to the Pskov Caves monastery in the woods, which then was in the worst condition of any church in Pskov. The beauty of nature, and the solemnity of services in the cave church produced such a strong impression on Cornelius that he left his parental home forever and received monastic tonsure at the Pskov Caves monastery.
In 1529, at the age of twenty-eight, St Cornelius was made igumen and became head of the monastery. While he was igumen, the Pskov Caves monastery reached its prime. The number of brethren increased from 15 to 200 men. This number of monks was not surpassed under any subsequent head of the monastery.
The activity of St Cornelius extended far beyond the bounds of the monastery. He spread Orthodoxy among the Esti [Aesti]) and Saeti people living around the monastery, he built churches, hospices, homes for orphans and those in need. During a terrible plague in the Pskov region St Cornelius walked through the plague-infested villages to give Communion to the living and to sing burial services for the dead.
During the Livonian war St Cornelius preached Christianity in the occupied cities, built churches, and distributed generous aid from the monastery storerooms to the Esti and Livonians suffering from the war. At the monastery he selflessly doctored and fed the injured and the maimed, preserved the dead in the caves, and inscribed their names in the monastery Synodikon for eternal remembrance.
In the year 1560, on the Feast of the Dormition of the Mother of God, St Cornelius sent a prosphora and holy water as blessing for the Russian armies besieging the city of Thellin. On that very day the Germans surrendered the city.
In 1570 when a See was established in Livonian Yuriev, a certain igumen Cornelius was appointed as Bishop of Yuriev and Velyansk (i.e., Thellin). Some have identified him with St Cornelius, but this does not correspond with actual events.
St Cornelius was a great lover of books, and at the monastery there was quite a collection of books. In 1531 his work entitled, "An Account of the Origin of the Pechersk Monastery" appeared. In the mid-sixteenth century the Pskov Caves monastery took over the tradition of writing chronicles from the Spaso-Eleaszar monastery.
At the start of the chronicles were accounts of the first two Pskov chronicles from 1547 to 1567. Besides this, Igumen Cornelius left behind a great monastery Synodikon for remembering the deceased brothers and benefactors of the monastery, and from the year 1588 he began to maintain the "Stern Book" ["Kormovaya kniga." Since the rear of a ship is called the stern, the sense of the title is "looking back in remembrance"]. He also compiled a "Description of the Monastery" and a "Description of the Miracles of the Pechersk Icon of the Mother of God."
St Cornelius expanded and beautified the monastery, he further enlarged the monastery caves, he moved the wooden church of the Forty Martyrs of Sebaste beyond the monastery enclosure to the monastery gate, and on its site he built a church in the name of the Annunciation of the Most Holy Theotokos in the year 1541. In 1559, he constructed a church dedicated to the Protection of the Most Holy Theotokos.
The Caves monastery, on the frontier of the Russian state, was not only a beacon of Orthodoxy, but also a bulwark against the external enemies of Russia.
In 1558-1565, St Cornelius built a massive stone wall around the monastery, and over the holy gates, he built a stone church dedicated to St Nicholas, entrusting the protection of the monastery to him. In the church was a sculpted wooden icon of "Nicholas the Warrior."
In the chronicle compiled by the hierodeacon Pitirim, the martyric death of St Cornelius was recorded: "This blessed Igumen Cornelius ... was igumen forty-one years and two months. Not only as a monk, but also by his fasting and holy life, he was an image of salvation ... in these times there was much unrest in the Russian land. Finally, the earthly Tsar (Ivan the Terrible) sent him from this corruptible life to the Heavenly King in the eternal habitations, on February 20, 1570, in his 69th year." (This information is on a ceramic plate, from the ceramics covering the mouth of the tomb of St Cornelius).
In the ancient manuscripts of the Trinity-Sergiev Lavra it was written that Igumen Cornelius came out from the monastery gates with a cross to meet the Tsar. Ivan the Terrible, angered by a false slander, beheaded him with his own hands, but then immediately repented of his deed, and carried the body to the monastery. The pathway made scarlet by the blood of St Cornelius, along which the Tsar carried his body to the Dormition church, became known as the "Bloody Path." Evidence of the Tsar's repentance was the generous recompense he made to the Pskov Caves monastery after the death of St Cornelius. The name of the igumen Cornelius was inscribed in the Tsar's Synodikon.
The body of St Cornelius was set into the wall of "the cave formed by God," where it remained for 120 years without corruption. In the year 1690, Metropolitan Marcellus of Pskov and Izborsk, had the relics transferred from the cave to the Dormition cathedral church and placed in a new crypt in the wall.
On December 17, 1872 the relics of St Cornelius were transferred from the former tomb into a copper-silver reliquary. They were placed into a new reliquary in 1892. It is presumed that the service to the martyr was composed for the Uncovering of the Relics in the year 1690.
Saints MACAIRE, higoumène du monastère de Valaam, TITE, TIKHON, GELASE, SERGE, BARLAAM, SABBAS, CONON, SYLVESTRE, CYPRIEN, PIMENE, JEAN, SAMO, JON, DAVID, CORNEILLE, NIPHON, ATHANASE, SERAPION, BARLAAM, ATHANASE, ANTOINE, LUC, LEONCE, THOMAS, DENYS, PHILIPPE, IGNACE, BASILE, PACHÔME, BASILE, THEOPHILE, JEAN, THEODORE et JEAN, moines et novices du même monastère, martyrs par la main des Luthériens (Russie, 1578).
NOSTRA SANTA MADRE MILDRED, ABBADESSA DI MINSTER IN
BRETANNIA
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