santi italici ed italo greci dal 16 febbraio al venti febbraio
Saints PROCULE, EPHEBE et APOLLONIUS, Athéniens de nation, martyrs à Terni en Ombrie sous Aurélien (vers 273).
Saint FAUSTIN, évêque de Brescia en Lombardie (vers 381).
Saint EULALIUS, évêque de Syracuse en Sicile, qui donna l'hospitalité à saint Fulgence de Ruspe fuyant l'Afrique (après 503).
Saint FAUSTIN et plusieurs autres, martyrs à Rome.
Saints SATURNIN, CASTULE, MAGNE, LUCE, ROGAT, JEAN et plusieurs autres, martyrs à Terni en Ombrie (vers 273).
Saints DONAT, SECONDIEN et ROMULE, martyrs à Concordia en Vénétie (303).
Saint HABET-DEUS, évêque de Luna en Italie, probablement martyr par la main des Vandales ariens (vers 500).
Saint SILVAIN, évêque de Crémone en Italie (763).
Les martyrs de Lentini en Sicile (255).
Quasi un Passionario. Dal libro di A. Bonfiglio " I santi Martiri di Lentini " 1978
Sono scarse le notizie circa la Diocesi di Lentini, legata alla memoria
dei Santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo. Il primo vescovo di
Lentini fu Neofito, nuovo nome di quell'Alessandro, vicario di Tertullo,
convertitosi anch'egli al cristianesimo e consacrato nel 259. Lentini
fu un centro molto importante del cristianesimo siciliano e una sede
molto attiva. Basti ricordare che Lentini riconobbe la definizione di
Theotokos (ovvero Genitrice di Dio) ancor prima che il dogma venisse
definito dal Concilio di Efeso. Il massimo splendore con la diocesi di
Lentini fu con l'ultimo suo vescovo Costantino, il quale ebbe grande
considerazione presso la corte di Costantinopoli. Costantino, in
occasione della lotta contro l'iconoclastia tra il Pontefice Adriano I e
l'impero bizantino, fu incaricato dall'imperatrice Irene nel 785 di
recapitare al Papa una lettera nella quale il Pontefice fu invitato a
partecipare al Concilio di Costantinopoli. Questo delicato
compito gli fu affidato perché era già conosciuto da Adriano I e per il
ruolo di cerniera che la Chiesa siciliana, in particolare quella di
Lentini assunse in questo arco di tempo tra Roma e Bisanzio. Nel
successivo Concilio di Nicea del 787, Costantino fu molto attivo e tra i
vescovi siciliani fu quello a cui toccò parlare per primo. Dopo di lui
non sono più noti vescovi leontini. Tuttavia, in una Notitia
Episcopatuum della fine del IX secolo, Lentini appare ancora al
tredicesimo posto fra le sedi episcopali
Il Paese Nativo dei Santi ALFIO - FILADELFO E CIRINO
Nelle Puglie vi è un villaggio di un migliaio di abitanti i quali
attorniano con le loro case la Chiesa dei Tre Santi Fratelli, nel Comune
di Poggiardo, in provincia di Lecce, di nome Vaste.Ai tempi dei Santi
era una grande città chiamata "Città dei Prefetti" Basta o Vastanis. Vi
fu un errore di copiatura di un emanuense attraverso i secoli che invece
di copiare Bastanon o Vastanon scrisse Vasconon.
E quindi li fecero nativi della Guascogna in Francia e addirittura
Spagnoli perché i Baschi passarono in Gallia dalla Spagna. Era
l'Aquitania romana dal 56 a. C. Prima fu abitata da Iberi. Augusto la
estese sino al fiume Loira e, Carlo Magno nel 778 formò un Regno. Non
risulta in quella regione nessuna Città detta dei Prefetti. Le
Prefetture furono istituite dai Romani solo in Italia. Dagli atti
risulta che i Santi risposero, e ciò e stato confermato dai Bollandisti:
(in traduzione) "Venghiamo dalla regione dei Bastani, dalla città che
dicesi dei Prefetti".Plinio scrisse che Basta era nella Magna Grecia. I
nomi di Alfio, Filadelfo e Cirino derivano dalla Grecia. L'inviato di
Roma Nigellione non fu mai in Aquitania. Nel XVIII secolo i Bollandisti,
dotti Gesuiti del Belgio, che esaminarono gli Atti di quasi tutti i
Martiri Cristiani, fra cui quelle dei nostri Patroni di Lentini,
scopersero l'errore della K invece della t, e diedero l'incarico a
Papebrochio per l'esame del Menologio greco dell'Imperatore Basilio
Perfirogenito del VII secolo, che attesta essere i Tre Fratelli nati in
Italia. Questa grande Città fu distrutta nel 1160 da Guglielmo il Malo,
Re di Sicilia, dopo le insurrezioni nelle Puglie fomentate da Manuele I
Comneno. La popolazione fu frammentata in tanti piccoli centri e sempre
ivi c'è stata la tradizione del culto ai Tre Santi Fratelli A1fio,
Filadelfo e Cirino; martirizzati a Leontini da Tertullo Romano, sotto
l'Impero di Gallo nel 253 d. C. Nessuno mai ha indicato un paese o sito
nelle Gallie. siciliane.
La madre dei Santi - Santa Benedetta di Locuste
Prima dei figli e del nipote, ai tempi dell'Imperatore Massimino, 234 -
243 d. C., fu arrestata a Vaste la madre dei nostri Santi Patroni:
Benedetta di Locuste, moglie di un Principe chiamato Vitale, padre di
quattro figli. La primogenita fu madre del martire Erasmo, gli altri tre
figli furono A1fio, nato nel 230 e quattro mesi d. C.; Filadelfo, dopo
un anno e otto mesi dal primo; Cirino, dopo sedici mesi dal secondo. La
madre dei Santi Fratelli fu decapitata per la fede in Gesù Cristo e
prima di morire disse dinanzi al popolo accorso da tutte le Puglie: "Sta
scritto nel Vangelo che chi perderà la vita per Cristo in questo mondo,
acquisterà la vita eterna nell'altro".
Martirio di Onesimo. Erasmo e 13 Compagni a Pozzuoli
Il tiranno Diomede dopo vari interrogatori fece schiacciare Onesimo
sotto un macigno, fece decapitare Erasmo (il nipote dei Tre Fratelli) e i
tredici altri. Lasciò in vita i Tre Fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino
per tentare di farli abiurare. Non riuscendovi li mandò in Sicilia dal
Preside romano Tertullo, sotto scorta di 50 soldati capitanati da
Silvano. Il 25 agosto del 252 d. C. sbarcarono a Messina e dopo due ore
furono avviati a Taormina, nella quale città in quei giorni trovavasi
Tertullo. Tertullo era un generale romano a riposo e aveva diverse
dimore in Sicilia. Quella preferita era nel grandioso palazzo in Lentini
che si elevava sulle grotte adibite a prigioni (fra cui la Grotta detta
poi la " Grotta dei Santi", ove stettero prigionieri i Santi e altri
martiri). Tertullo interrogò i Tre Fratelli e dopo li avviò a Lentini
sotto la scorta di 40 soldati capitanati da Mercurio. La comitiva
attraversò costeggiando l'Etna e fermandosi dove in
seguito nacquero in onore dei Santi i paesi di Sant'Alfio e di
Trecastagni. La fine di agosto, di sera, giunsero a Catania e furono
rinchiusi in un Carcere che oggi trovasi in una Chiesa di fronte
all'ospedale Santa Marta, l'Immacolata ai Minoritelli. Ivi c'è una
lapide in marmo e un quadro. Nel marmo: "Sanctorum Alphii - Philadelphi
et Cyrini - Carcer". Nel quadro i Tre Fratelli e inoltre tre statue.
All'alba vennero avviati a Lentini. Attraversarono il fiume Simeto che
era in piena. Vi furono spinti da otto soldati
I Santi lo passarono incolumi; ma gli otto soldati che li avevano spinti e li seguirono, annegarono.
Tecla e Giustina
Due Contesse di Lentini; Tecla paralitica da sei anni viene guarita
dalla preghiera dei Tre Fratelli e assiste e nutrisce loro. La
Provvidenza le risparmiò il martirio perché difesa da 500 Coloni
beneficati e perché doveva costruire Tre Chiese e il Vescovado a
Leontini. Morì il 10 - 1 - 264.Giustina era cieca in un occhio e fu
guarita da Sant'Alfio. Morì il 10 - 1 - 262, prima di Tecla.
Il primo Vescovo Alessandro detto Neofito morì a 80 anni, dopo 35 anni e 5 mesi di Vescovado, il 18 aprile.
Il 1O Maggio 253 d. C. Era un bel dì di Maggio, giorno 10 di Mercoledì.
La sterminata piazza di Leontini era gremita di folla in attesa di un
grande evento storico. I Tre Fratelli venivano messi alla prova suprema
dopo essere stati costretti a girare nudi e a piedi scalzi i colli e le
vie della città di Leontini. Ecco il perché della Via dei Santi che il
popolo percorre ogni anno nella notte dal 9 al 10 Maggio. Nel Foro
Tertullo, ammantato di Porpora, attorniato dai Consiglieri e da numerosi
soldati romani, fece tradurre i Tre Fratelli. A fianco al trono del
Preside si erigeva una statua di una divinità pagana. Tertullo invitò i
Tre Fratelli ad incensare alla dea. "0 vi piegate agli dei di Roma o
presto sarete uccisi: Decidete!"Sant'Alfio rispose per tutti! "Noi siamo
Cristiani!!! - Fa su di noi quello che tu vuoi, inventa strumenti di
tortura; Noi saremo sempre fedeli a Gesù Cristo, Figlio di Dio
vivente".Filadelfo e Cirino confermarono quanto
detto da Alfio. "Nostra madre - essi dissero - ci ha dato l'esempio;
essa è beata in Cielo; il maestro Onesimo, il nostro nipote Erasmo e
altri 13 Compagni sono stati sacrificati a Pozzuoli; Mercurio e i suoi
soldati decapitati da te o Tertullo; altri nelle contrade di Leontini; e
noi dovremmo piegarci a te?" Tertullo furente, si alza agitato, si
consiglia coi suoi Consiglieri ed esclama:, "Nel nome dell'Imperatore di
Roma, ordino di strappare la lingua ad Alfio e buttarla in quel pozzo
aperto (ecco il nome di Chiesa della Fontana dove ancora sgorga un'acqua
limpida e sempre viva bevuta dai fedeli); Filadelfo sia steso su quella
graticola ardente, - Cirino sia tuffato nella caldaia bollente".Mentre
spiravano tutti videro Angeli del cielo portanti corone che posarono
sulle teste dei Tre Santi Fratelli. I corpi dei Tre furono nella notte
depositati da Tecla e Giustina allo Strobilio ( pino ) dove veneriamo i
Sepolcri.
Cleonico e Stratonico - martiri
Due giovani Leontinesi, Cleonico e Stratonico, presenti al sacrifizio
gridarono contro il tiranno accusandolo di crudeltà. Tertullo subito li
fece arrestare e fece strappare la 1ingua anche a loro buttata in altri
pozzi.
Santa Epifana martire
Il Ministro di Tertullo, Alessandro, una notte vide nel Carcere dove
stavano rinchiusi i Tre Santi Fratelli, una gran luce soprannaturale.
Dal buco della serratura della porta scorse che Sant'Andrea Apostolo,
sceso dal cielo, (confortava i Tre Santi. Poi vide Tecla e Giustina
entrare nel carcere con riserve di viveri mentre le porte si aprivano da
sole. Alessandro si convertì alla fede dei Cristiani e fuggì allo
Sperone. Tertullo fece arrestare la moglie di lui per conoscere il luogo
del nascondiglio del marito. Invano; Epifania tacque e non cedette alle
losche brame del tiranno. La fece uccidere lassù dove c'è oggi la
Chiesa della Madonna della Catena, tagliandole le mammelle come a
Sant'Agata. Il corpo di Santa Epifana fu raccolto da Tecla e riposto nei
Sepolcri dei Tre Fratelli.
Santa Eutalia martire
Era il giorno 14 luglio del 257 d. C. Tertullo uscì a cavallo insieme ai
suoi Consiglieri per arrestare Alessandro. Le spie lo avevano avvertito
che Alessandro trovavasi nel monte Pancali (l'antico vulcano spento).
Giunti in una contrada detta Cillepi inseguirono una belva e tutti
insieme caddero in una vallata, dove furono divorati dai lupi allora
numerosi ovunque. I1 luogo si chiama tuttora la "Valle di Tertullo".
Alla ferale notizia prese il comando della Città il Capo dei Sacerdoti
di Cerere: Serviliano. Egli odiava la madre e la sorella (Eutropia ed
Eutalia) per la loro fede in Cristo.Nella piazza tagliò la testa alla
sorella Eutalia di sua mano, ma accecò sul posto e morì subito.
Il corpo di Santa Eutalia fu portato nella Cripta dei Santi dalla madre, dal fidanzato di lei, da Tecla e da Giustina.
Saints MAXIME et CLAUDE son frère , avec sainte PREPEDIGNE, femme de
saint Claude et leurs deux fils saints ALEXANDRE et CUTHIAS, martyrs à
Ostie sous Dioclétien (vers 295).
Saintes CONSTANCE, AUGUSTA, ATTIQUE et ARTEMOE, vierges à Rome (IVème siècle).
Saint LEON Ier le Grand, pape et patriarche de Rome (440-461), qui
confessa la foi orthodoxe face au monophysitisme (461). (Office traduit
en français par le père Denis Guillaume au tome II des Ménées.)
Saint GABIN, prêtre, martyr à Rome sous Dioclétien (vers 296).
Saint BARBAT (BARBATUS, BARBAS), évêque de Bénévent en Italie et
thaumaturge, qui convertit à la vraie foi un grand nombre de Lombards
(682).
http://www.santiebeati.it/Detailed/90353.html
Saint MANSUET (MANSUETUS), évêque de Milan et auteur d'un traité contre le monothélisme (vers 690).
http://www.santiebeati.it/dettaglio/41900
Saints VICTOR, CORONA et leurs VINGT compagnons, martyrs à Rome.
Saint AGATHON, pape et patriarche de Rome, qui confessa la foi orthodoxe
face au monothélisme (682). (En Occident, sa mémoire se célèbre le 10
janvier.)
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91427
Saint LEON le Thaumaturge, originaire de Ravenne, évêque de Catane en
Sicile (vers 787). (Office traduit en français par le père Denis
Guillaume au tome II des Ménées.)
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