Saint
LEON le Thaumaturge, originaire de Ravenne, évêque de Catane en Sicile
(vers 787). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au
tome II des Ménées.) Leone, nacque a Ravenna, nel 720
d.C. Sin da bambino sentiva il richiamo di Dio, si narra che la madre lo
vide in ginocchio assorto in preghiera all'età di due anni. Ancora
giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio
Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto Vescovo di Catania, si narra
che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo Vescovo, avessero avuto in
sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse un uomo, Leone in
odore di santità, che sarebbe stato la persona giusta per ricoprire la
carica di Vescovo. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, non volle
accettare, ma dopo le insistenze dei catanesi, divenne Vescovo di
Catania. In quegli anni, in tutto l'Impero Bizantino era in atto la
feroce distruzione delle immagini sacre "iconoclastia".Coloro che non
ubbidivano all'editto che metteva al bando le icone, ritenute segno di
idolatria, venivano incarcerati e spesso finivano sul patibolo. Il
Vescovo di Catania si oppose apertamente alle leggi imperiali. Per
questo il governatore bizantino della Sicilia ordinò l'arresto di Leone
che fu costretto a lasciare Catania e a rifugiarsi sulle montagne. Vagò
per anni nelle boscose cime dei Nebrodi, nei dintorni di Longi e
Sinagra, protetto dal popolo che vedeva in lui il fiero oppositore alle
leggi inique dell'Impero.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane, visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea si spense il 20 febbraio del 789. Secondo la tradizione al tempo del vescovado di Leone, Catania era asserragliata da un perfido mago, un negromante, Eliodoro, i cui poteri straordinari gli consentivano addirittura di spostarsi volando, da Costantinopoli a Catania a dorso di un elefante, lo stesso che la tradizione popolare addita come l’elefante di Piazza Duomo, il simbolico Liotru, nome che infatti deriva dalla storpiatura di Eliodoro.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane, visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea si spense il 20 febbraio del 789. Secondo la tradizione al tempo del vescovado di Leone, Catania era asserragliata da un perfido mago, un negromante, Eliodoro, i cui poteri straordinari gli consentivano addirittura di spostarsi volando, da Costantinopoli a Catania a dorso di un elefante, lo stesso che la tradizione popolare addita come l’elefante di Piazza Duomo, il simbolico Liotru, nome che infatti deriva dalla storpiatura di Eliodoro.
Un
giorno, mentre San Leone celebrava gli Uffici Divini nell’antica chiesa
di Santa Maria di Bettlemme, che sorgeva in loco dell’attuale Cattedrale,
Eliodoro e i suoi discepoli entrarono nel tempio sacramentando e
pronunciando blasfemie verso la religione cristiana e il Vescovo. San
Leone da parte sua non si scompose e completò le Celebrazioni, al
termine delle quali si rivolse al mago per porgli una sfida. Fu arso un
rogo di
fronte alla chiesa, e chi dei due avrebbe attraversato le fiamme e ne
sarebbe uscito incolume, sarebbe stato colui la cui dottrina predicata è
verità e degna di fede. Il primo ad attraversare il fuoco fu il Santo
vescovo, e tra lo stupore e la meraviglia dei presenti rimase illeso. Lo
seguì il perfido Eliodoro, che nonostante il suo ricorso alla magia,
rimase prigioniero delle fiamme, immobilizzato anche dalla stola che
Leone gli lanciò. Così Catania fu liberata dalle oscure trame del mago,
e rimase fedele al suo vescovo e alla dottrina cristiana
Troparion — Tone 1
You were shown forth as a resplendent priest, / a teacher of
godliness and a wonderworker, blessed hierarch Leo; / by the light of
heavenly virtue you were enriched with the power of the Spirit, / and
heal the souls and bodies of those who hasten to you. / Glory to Christ
who has glorified you! / Glory to Him who has crowned you! / Glory to
Him who through you works healing for all!
Kontakion — Tone 2
With hymns of praise let us crown Leo, / who was consecrated to the Lord from early childhood; / he received grace while still a babe in swaddling clothes. / He is a brightly shining star in the Church: / its valiant defender and firm support!a Ravenna, nel 720 d.C.
Sin da bambino sentiva il richiamo di Dio; si narra che la madre lo
vide in ginocchio assorto in preghiera all'età di due anni.
Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì
a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto Vescovo di
Catania, si narra che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo Vescovo,
avessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse un
uomo, Leone in odore di santità, che sarebbe stato la persona giusta
per ricoprire la carica di Vescovo. Inizialmente Leone, non
ritenendosi degno, non volle accettare, ma dopo le insistenze dei
catanesi, divenne Vescovo di Catania.
In quegli anni, in tutto l'Impero Bizantino era in atto la feroce
distruzione delle immagini sacre, l'iconoclastia.Coloro che non
ubbidivano all'editto che metteva al bando le icone, ritenute segno
di idolatria, venivano incarcerati e spesso finivano sul patibolo.
Il Vescovo di Catania si oppose apertamente alle leggi imperiali.
Per questo il governatore bizantino della Sicilia ordinò l'arresto di
Leone che fu costretto a lasciare Catania e a rifugiarsi sulle
montagne.
Leone operò molti prodigi e per questo motivo fu detto "Taumaturgo".
Alcuni suoi miracoli e la permanenza a Costantinopoli sono attestati
da San Giuseppe l'Innografo.
Il santo vescovo è legato alla figura leggendaria del mago Eliodoro,
catanese di origine ebrea, che da cristiano aveva abiurato la fede
cattolica e con arte diabolica e con la magia distoglieva i catanesi
dalla retta via e li incitava alla disonestà. Si ricorda ad esempio
un prodigio che fece Eliodoro durante una predica di San Leone, fece
volare il "Liotro", l'elefante di pietra lavica che è l'emblema di
Catania. Si narra che Leone lo condannò ad essere bruciato vivo nelle
terme Achilliane nel 778. Altre fonti riportano che entrambi
entrarono in una fornace e Leone si sarebbe salvato per la sua fede
in Dio. È protettore di Longi, Sinagra e Rometta. A lui è dedicato un
Quartiere a Catania, che dà anche il nome all'VIII municipalità. A
San Leone si deve l'aver trasformato un tempio pagano in chiesa
cristiana dedicandola ai santi Quaranta martiri e l'aver fatto
erigere una Chiesa intitolata a santa Lucia. Vagò per anni nelle
boscose cime dei Nebrodi, nei dintorni di Longi e Sinagra, protetto
dal popolo che vedeva in lui il fiero oppositore alle leggi inique
dell'Impero.
Giunse, infine, a Rometta. Qui, sulle vicine montagne peloritane,
visse da eremita in una grotta da lui stesso scavata. Dopo molti anni
ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e a lottare
sempre con più energia contro le leggi iconoclaste. Nella città etnea
si spense il 20 febbraio del 789. Fu sepolto nella Chiesa di S.Lucia,
ma nel 1040 le su Reliquie con quelle di S. Agata, Lucia e Clemente
di Siracusa, furono portate a Costantinopoli, accolte
dall'Imperatrice Teodora e tumulate nel Monastero di S.Maria.
La Chiesa catanese gli ha dedicato una Parrocchia e lo festeggia nel
giorno della nascita al cielo.
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