1 ottobre santi italici ed italo greci
Santo ARETA, martire
a Roma con 504 compagni
Santo Platone (o Piato) di Benevento in
Campania presbitero evangelizzatore del
terriotorio del Tournai in Francia e martire sotto Diocleziano (verso 287 ou
292).
Tropaire de saint Piat de Tournai ton 1
Dans le cachot ténébreux où tu fus emprisonné,
Le Christ descendit avec Sa Lumière joyeuse qui guérit.
O martyr, chasse la nuit de la prison
Dans laquelle nous sommes enfermés par nos péchés
et où le feu des passions nous tourmente.
Sauve-nous par ton amour affectueux,
O grand martyr saint Piat, et guéris-nous par ton intercession.
il
Martirologio Romano, al 1° ott., dice che Piato era un prete che, partito da
Roma, giunse in Gallia, con Quintino e i suoi compagni, per predicarvi il
Vangelo.
Essendogli stata assegnata Tournai come campo del suo apostolato, vi subì il martirio durante la persecuzione di Massimino. Questa notizia proviene da Usuardo, il quale, per la sua redazione, si è ispirato alla passio Piatonis, ed afferma che Piato era compagno del santo vescovo Dionigi e da questo ordinato presbitero Il nome di questo santo si trova anche in qualche supplemento al Martirologio Geronimiano Occorre tuttavia attendere il VII sec. per avere informazioni storiche sul santo in questione. Nella Vita di s. Eligio vescovo di Noyon-Tournai, il suo discepolo Audoeno (m. 684) narra che Eligio scoprì il corpo di s. Quintino che era stato martirizzato con i chiodi e, dopo molti sforzi, trovò anche il corpo di Piato, nel borgo di Seclin (Nord) nel territorio di Melantois. Il vescovo mostrò alla folla i lunghi chiodi che aveva estratti anche dal corpo di questo martire, fece seppellire i resti e costruire un mausoleo.
Essendogli stata assegnata Tournai come campo del suo apostolato, vi subì il martirio durante la persecuzione di Massimino. Questa notizia proviene da Usuardo, il quale, per la sua redazione, si è ispirato alla passio Piatonis, ed afferma che Piato era compagno del santo vescovo Dionigi e da questo ordinato presbitero Il nome di questo santo si trova anche in qualche supplemento al Martirologio Geronimiano Occorre tuttavia attendere il VII sec. per avere informazioni storiche sul santo in questione. Nella Vita di s. Eligio vescovo di Noyon-Tournai, il suo discepolo Audoeno (m. 684) narra che Eligio scoprì il corpo di s. Quintino che era stato martirizzato con i chiodi e, dopo molti sforzi, trovò anche il corpo di Piato, nel borgo di Seclin (Nord) nel territorio di Melantois. Il vescovo mostrò alla folla i lunghi chiodi che aveva estratti anche dal corpo di questo martire, fece seppellire i resti e costruire un mausoleo.
Kondakion de saint Piat ton 2
Tes
paroles furent vraies, tes actes droites, ô pieux soldat du Christ. Tu
ne reculas pas devant les tortures et non plus devant la mort, parce que
ardemment tu désirais d'être avec le Christ. Aplanis pour nous le
sentier de la sincérité et tire notre âme de la fosse du mensonge, Piat,
apôtre du Christ.
Santo Severo
presbitero e confessore della fede ad Orvieto
L'Abbazia dei Santi Severo e Martirio, comunemente denominata
"la Badia", si trova in
prossimità di Orvieto Si pensa infatti che l'abbazia venne
costruita, alla fine del VI secolo, intorno alla primitiva Chiesa di San
Silvestro per volontà della nobile longobarda Rotruda. La tradizione narra che, alla sua morte, il corpo di San
Severo venne condotto a Orvieto e che Rotruda, intenzionata a impossessarsene,
toccò il feretro. La sua mano vi rimase imprigionata e, per liberarla, dovette
promettere la fondazione dell'abbazia e una degna sepoltura alle spoglie di San
Severo Monaco, a cui vennero successivamente affiancate quelle del suo
discepolo, San Martirio
Santo Romedio asceta in Alto Adige (III secolo )
In
Trentino, vicino all'attuale Sanzeno, nella Val di Non visse, nel III secolo,
un eremita che apparteneva ad una ricca famiglia, Romedio,il
cavaliere figlio di un Herrensalz, Signore del Sale di Thaur, presso Innsbruck. Spogliatosi della cospicua eredità, si
recò con un gruppo di amici dall'allora vescovo di Trento, Vigilio, a chiedere
la benedizione per un pellegrinaggio a Roma. Giunti a destinazione, furono
anche ricevuti dal Papa. Al ritorno, Romedio e i suoi amici proseguirono
l'esperienza comunitaria in un vecchio castello della Val di Non. Il culto di
Romedio " che viene spesso raffigurato con un orso quale sua cavalcatura
" è stato confermato nel 1907 da Pio X. Molto suggestivo è il Santuario
dedicato a san Romedio in Val di Non: si tratta di un complesso di sei chiese,
collegate da ripide scale, poste su uno sperone roccioso
Santo Tommaso arcivescovo di Milano (verso 783).
Tomaso fu eletto arcivescovo di Milano il 22
settembre 759 Il re dei Franchi intendeva uniformare tutti
i riti della Chiesa nei territori sotto il proprio dominio e Tomaso si oppose
energicamente in difesa del secolare rito ambrosiano esclusivo della Chiesa di Milano.
Fu con la reggenza di Tomaso, inoltre, che si
ebbero i primi documenti d'archivio ancora oggi conservati e relativi
all'amministrazione della curia milanese; grazie ad uno di questi scritti,
inoltre, apprendiamo che durante il suo periodo di governo dell'arcidiocesi
milanese un tale Totone di Campiglione
fece costruire un ospedale affidato all'amministrazione della basilica
di Sant’Ambrogio
Fu sempre Tomaso che ricostruì lo scurolo della
chiesa di San Calimero adornando la
struttura con marmi bianchi, probabilmente recuperati da precedenti strutture
romane, secondo l'uso dell'epoca.
Il 2 giugno 781 Carlo Magno non ancora incoronato imperatore, chiese a
Tommaso, di battezzare la propria figlia Gisla ed egli stesso presenziò alla
cerimonia, unica presenza del sovrano franco a Milano.
Tomaso morirà a Milano il 27 settembre 783 La
sua sepoltura è custodita nella Basilica di San Lorenzo Un suo dipinto è nel
Museo Diocesano presso la Basilica di Santo Eustorgio
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