Sinassario dei Santi italici ed italo greci
per il 19 Ottobre
http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=3916:19-10-memoria-di-sant-eusterio-o-asterio-vescovo-di-salerno-a-meta-del-v-secolo&catid=192:ottobre&lang=it
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Santi
Tolomeo e Lucio martiri a Roma sotto Marco Aurelio verso il 165
Furono
tre, veramente, i Martiri che in uno stesso giorno, a Roma, verso l'anno 160,
ebbero la testa mozzata per la loro fede, sotto il " Pio " Imperatore
Antonino, o forse il suo successore il saggio Marc'Aurelio. Del terzo, però,
non ci è stato tramandato il nome. Di Tolomeo, di Lucio e del terzo compagno
innominato, ci parla uno scrittore del tempo li filosofo Giustino, anch'egli
Martire dopo pochi anni.
Tolomeo era stato arrestato dal Prefetto di Roma, per la denunzia di un marito furioso, la cui moglie si era convertita al Cristianesimo. Tolomeo venne arrestato, imprigionato e finalmente interrogato da un Centurione. L'interrogatorio era assai semplice, consistendo in fondo in una sola domanda: quella di essere o meno cristiano.
Per Tolomeo, c'erano soltanto due possibili risposte a questa domanda, ambedue semplicissime: sì, oppure no. . Perciò rispose brevemente e chiaramente sì.
Dopo una seconda reclusione, più dura, l'imputato venne sottoposto a un nuovo interrogatorio. Questa volta davanti al Prefetto, ma con la domanda sostanzialmente identica. E identica fu la risposta del cristiano Tolomeo.
Tale seconda confessione di fede equivaleva a una condanna. E a questo punto entrò in scena Lucio, cristiano anch'egIi, Presente al processo egli non seppe trattenersi dal rivolgersi al Prefetto, esclamando: " Che bella ragione! Quest'uomo non è né adultero, né ubriacone, né assassino, né brigante, né ladro; non ha fatto insomma nulla di male: ha soltanto riconosciuto la sua qualità di cristiano. E tu lo punisci? ".
" Mi sembri cristiano anche tu! ", esclamò per tutta risposta il Prefetto di Roma. " Certo! ", rispose Lucio. E anch'egli, venne associato alla condanna capitale.
In cammino verso il luogo dei supplizio, incontrarono il terzo compagno, di cui non ci è giunto il nome, come non conosciamo il motivo dei suo gesto. Forse era un cristiano di antica fede, che professandosi tale unì la sua sorte a quella gloriosa di Tolomeo e di Lucio.
Tolomeo era stato arrestato dal Prefetto di Roma, per la denunzia di un marito furioso, la cui moglie si era convertita al Cristianesimo. Tolomeo venne arrestato, imprigionato e finalmente interrogato da un Centurione. L'interrogatorio era assai semplice, consistendo in fondo in una sola domanda: quella di essere o meno cristiano.
Per Tolomeo, c'erano soltanto due possibili risposte a questa domanda, ambedue semplicissime: sì, oppure no. . Perciò rispose brevemente e chiaramente sì.
Dopo una seconda reclusione, più dura, l'imputato venne sottoposto a un nuovo interrogatorio. Questa volta davanti al Prefetto, ma con la domanda sostanzialmente identica. E identica fu la risposta del cristiano Tolomeo.
Tale seconda confessione di fede equivaleva a una condanna. E a questo punto entrò in scena Lucio, cristiano anch'egIi, Presente al processo egli non seppe trattenersi dal rivolgersi al Prefetto, esclamando: " Che bella ragione! Quest'uomo non è né adultero, né ubriacone, né assassino, né brigante, né ladro; non ha fatto insomma nulla di male: ha soltanto riconosciuto la sua qualità di cristiano. E tu lo punisci? ".
" Mi sembri cristiano anche tu! ", esclamò per tutta risposta il Prefetto di Roma. " Certo! ", rispose Lucio. E anch'egli, venne associato alla condanna capitale.
In cammino verso il luogo dei supplizio, incontrarono il terzo compagno, di cui non ci è giunto il nome, come non conosciamo il motivo dei suo gesto. Forse era un cristiano di antica fede, che professandosi tale unì la sua sorte a quella gloriosa di Tolomeo e di Lucio.
Santo
Eusterio o Asterio vescovo di Salerno a
metà del V secolo
Gli
atti del V sinodo di Costantinopoli contengono la firma di Asterio di Salerno
tra quella dei vescovi e legati pontifici inviati dal papa S.Agapito; e nel
555-560 il papa Pelagio gli invia una lettera in cui lo autorizza a consacrare
la cappella dedicata ai santi Crisante e Daria nell'omonimo monastero
salernitano Il nome fa pensare a una sua
derivazione dall'ambiente culturale bizantino; e non bisogna dimenticare come
negli anni in cui sarebbe vissuto il vescovo, vaste aree della Penisola erano
sottoposte alla sovranità dell'Impero di
Costantinopoli
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